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Salerno – Riuscivano a guadagnare fino a 4000 euro al mese, si vantavano di assicurarsi un reddito “da politico” e non lesinavano di trascorrere periodi di vacanze alle Maldive insieme ai familiari. Il pubblico ministero del tribunale di Salerno, Minerva ha chiesto al Gup Ubaldo Perrotta la condanna a 5 anni ciascuno per il 52enne Ciro Guillari e Ciro Romano di 52 anni ; 4 anni per il figlio 30enne Giuseppe Romano.  I tre, tutti del rione Traiano di Napoli, furono arrestati dai  carabinieri lo scorso 27 marzo a seguito di circa dieci furti in appartamento messi a segno a Salerno Napoli ed Avellino. I tre sono accusati di associazione per delinquere finalizzata alla consumazione di furti in appartamento. I colpi, nella maggior parte dei casi, venivano posti in atto durante il periodo estivo. L’arresto avvenne a conclusione di un’indagine della Procura di Salerno per competenza territoriale avviata a seguito di un colpo posto a segno a  in via Irno nel luglio dello scorso anno. In tutto furono dieci i furti accertati dai carabinieri: 5 a Salerno, 2 ad Avellino, 1 a Volla ed 1 a Napoli. Le zone prese di mira a Salerno erano via Irno, via Trento, Mercatello, zona industriale e la litoranea. La gang prima sceglieva le abitazioni che sapevano essere disabitate per qualche giorno. Poi posizionavano un foglietto di carta davanti alla porta d’ingresso e ritornavano il giorno dopo: il pezzetto di carta ancora lì era il lasciapassare per la banda: indicava che i proprietari non c’erano. “Un gruppo di quattro persone che aveva un programma delinquenziale indeterminato e consumava una pluralità di reati contro il patrimonio con modalità sempre uguali – scrive il gip di Salerno Pietro Indinnimeo nell’ordinanza –: sopralluoghi per verificare presenza di proprietari o vicini di casa, apposizione di complici all’esterno con il ruolo di palo che avvertivano dell’arrivo di forze dell’ordine”. Quando il gruppo era sicuro di poter entrare in azione dava il via alle procedure per scassinare le serrature delle porte e nessun modello aveva segreti. L’unica cosa che metteva ansia alla banda erano le telecamere di sicurezza. In un’occasione, uno di loro entrò in un’abitazione in provincia di Avellino ma si accorse di essere inquadrato da una telecamere notturna. La scena viene immortalata sequenza dopo sequenza nelle immagini acquisite dai carabinieri”.