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Maiori (Sa) – Una parte di popolazione si oppone alla costruzione del depuratore e del nuovo terminal bus Sita “in località Demanio a 85 metri sul livello del mare ove convogliare attraverso collettore vari Comuni costieri”; propone il collegamento da Costa d’Angolo di Maiori con la condotta di Cetara indirizzata al depuratore di Salerno e avvia la nuova petizione popolare “per la salvaguardia e la promozione della località interessata, patrimonio ambientale di assoluto valore (paragonabile alle Ferriere tra Amalfi e Scala) in cui sono presenti fauna selvatica e vegetazioni rarissime rinvenibili solo in località incontaminate”.

Su questi temi, organizzata dal gruppo socio-culturale Nuova Primavera, si è svolta martedì presso il Convento di San Francesco l’assemblea pubblica sulla promozione e valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale della Costa d’Amalfi partendo dall’assunto “fare cose semplici e con maggiori ricadute ambientali, culturali, sociali e di conseguenza economiche ed occupazionali”.
Tra i relatori Raffaella Di Leo – Presidente di Italia Nostra Salerno – l’avvocato Oreste Agosto e, per Nuova Primavera, l’avvocato Vincenzo Rispoli. Prospettate le possibilità di vivibilità e turistiche offerte dalla natura dei valloni, dalla sentieristica montana, dall’agricoltura tipica, dal patrimonio di chiese e conventi cittadini e rupestri presenti sul territorio di Maiori e della Costiera in genere. Ne è scaturito un documento, redatto dall’avvocato Rispoli, nel quale si legge: “La località Demanio diparte dalla valle del locale torrente e giunge sui monti dell’Avvocata a confine con Cava dei Tirreni e Cetara, raggiungibili anche a piedi tramite sentieristica storica. Essa pertanto è zona a vincolo di tutela ambientale assoluta, ricade nel territorio del Parco regionale dei Monti Lattari e di Rete Natura 2000 (SIC Dorsale Monti Lattari e ZPS Costiera Amalfitana) e comunque è individuata nel PUT della Regione Campania come area per attrezzature sportive. Il sito, opportunamente valorizzato ed attrezzato, potrebbe divenire definitivamente occasione straordinaria di vivibilità e di sviluppo turistico ambientale e sportivo per tutta la Costa d’Amalfi. Senza polemiche o falsi allarmismi, il complesso di tali evidenze palesa l’inidoneità del sito ad accogliere l’impianto di depurazione”. Nel merito: “La localizzazione ad 85 metri sul livello del mare comporta la possibilità di eventuali incidenti o avarie delle pompe di sollevamento a pressione, per cui i reflui dei Comuni collettati potrebbero essere sversati in mare o nell’alveo del torrente. Tanto è vero che lo stesso progetto prevede altresì la possibilità di ‘[…] gestire anche l’efflusso di portate miste in condizioni di pioggia secondo i coefficienti di deflusso […]’. Tali evenienze palesano ancora di più l’inidoneità della localizzazione del depuratore, che in caso di eventuali (ma possibili) avarie degli impianti e alluvioni o distacchi di roccia comporta in astratto rischio di inquinamento grave di zona a vincolo a tutela ambientale assoluta, da decenni utilizzato per attività sportive. La localizzazione contrasta inoltre con esigenze di vivibilità, igiene e salute di bambini e sportivi in genere posti di fatto nelle immediate adiacenze degli impianti di depurazione. Le condizioni oggettive di difficoltà del transito veicolare su via Nuova Chiunzi, sulla SS163 e la SP2 (già pesantemente aggravato da afflussi notevolissimi di auto e bus) palesa l’inidoneità dei transiti quotidiani di liquami, soprattutto nei periodi di maggiore afflusso turistico coincidente sia con la maggiore produzione di fanghi che con il maggiore impatto di traffico. Parimenti il Terminal Bus diventa incompatibile con la viabilità ordinaria di via Nuova Chiunzi già sovraffollata soprattutto nei periodi estivi, Le pompe di sollevamento e l’intero impianto di depurazione, in ogni caso, comporterebbero notevole costo ordinario di funzionamento e manutenzione”. Fatta l’analisi, il gruppo di cittadini passa alla proposta: “In spirito di collaborazione con le Istituzioni, ipotesi di modifica progettuale potrebbero prevedere la medesima soluzione adottata per il Comune di Cetara, nell’assoluto rispetto sia delle esigenze di salvaguardia ambientale dei siti a tutela integrale della Costa d’Amalfi che di depurazione dei reflui urbani. In particolare, dopo un primo trattamento presso i locali impianti già esistenti di dissabbiatura, grigliatura e disinfezione, il collettore (in località Costa d’Angolo di Maiori) dovrebbe essere collegato a condotte sottomarine che convoglino i reflui urbani verso il depuratore di Salerno. Collegamento che potrebbe essere realizzato tramite l’allaccio alla condotta che da Cetara convoglierà i fanghi verso Vietri sul Mare. La breve distanza marina tra Maiori e Cetara consentirebbe detta opera, senza particolari problemi anche in ordine alle pendenze e pressioni delle tubazioni. La stessa soluzione potrebbe essere individuata per Erchie”. Non manca una venatura polemica: “Siamo felici, con il Governatore De Luca, per la vicina ultimazione dell’impianto di collettamento dei reflui di Cetara verso il depuratore di Salerno. Un’opera da noi caldeggiata anche per i restanti Comuni costieri essendo di agevole realizzazione via mare, quasi priva di costi di manutenzione rispetto ad un depuratore classico ma soprattutto sicuramente funzionante e priva di impatto ambientale (con tubazioni fissate alcuni metri sotto il fondale marino). Si pensi che la nostra proposta, di semplice buon senso, era stata già caldeggiata da un precedente parere dell’Ausino. Senonché l’Amministrazione di Maiori ha insistito per progettare un depuratore consortile nella località Demanio, Un’ipotesi che a nostro avviso presenta notevoli criticità per i tempi di realizzazione, i costi di gestione ma soprattutto per l’impatto ambientale con eventuali malfunzionamenti (vedasi il caso di Amalfi) o avarie delle pompe di sollevamento (come previsto dallo stesso progetto con scarico a mare dei reflui in caso di emergenza, e come avvenuto nel mese di agosto 2019 a Maratea, bandiera blu). Cetara è quasi pronta! Maiori e l’altra Costiera, invece, ancora attendono progetti futuribili, che dopo anni sono ancora sulla carta e di difficile realizzazione. Proponiamo che si rilanci la vocazione turistica, ambientale, culturale e di vivibilità per cittadini e turisti (anche in termini di destagionalizzazione e maggiore qualità turistica) con il recupero ambientale della sentieristica storica e delle emergenze culturali montane, realizzando un’unica area biologica protetta che unisca Demanio, Castello di Thoro Plano, Monte Avvocata, Capo d’Orso ed Erchie. Un’oasi ecologica straordinaria, potenziale risorsa di vivibilità e sviluppo turistico, culturale, sportivo e sociale per tutta la Costiera”.