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Salerno – Mentre non accennano a fermarsi le proteste e le diatribe anche politiche su Piazza Alario, il cantiere per la riqualificazione dell’area va avanti secondo un progetto rivisitato dall’amministrazione comunale di Salerno.  Il Comune ha deciso di non rendere pubblico il nuovo progetto proprio in virtù delle polemiche sorte, ma le indiscrezioni filtrate che potrebbero essere rilevate all’interno dell’audizione in programma oggi alle 12.30 in commissione trasparenza, parlano di un abbassamento delle recinzioni e la sostituzione della pavimentazione, prevista in primo momento in gomma colata anti-trauma, con un altro tipo di materiale. Quello che è chiaro ed evidente a lavori ormai avviati nel cantiere é che la vecchia pavimentazione è stata già tolta. Guardando oltre le barriere che delimitano l’area di cantiere si può infatti vedere che sono state già rimosse anche alcune panchine e le mattonelle.

I platani non sono stati toccati. Ed in attesa di essere ricevuti al Comune dove 12 consiglieri chiedono delucidazioni e chiarimenti sul progetto, una piccola delegazione del comitato “Salviamo piazza Alario” e di cittadini si è riunita in via Tasso, presso la sede della soprintendenza con un pacifico presidio per chiedere all’ente di fermare i lavori. In un volantino i cittadini hanno ricordato la vicenda scrivendo che “sulla Piazza ci sono alcune piante secolari e monumentali abbandonate da tempo e il Sindaco ha già annunciato che alcune di esse verranno sacrificate alla costruzione del Parco Giochi, recintato con cancelli e pavimentato con gomma anti-trauma e plastica riciclata. La Piazza sarà divisa in due parti e la storica Fontana sarà lasciata fuori del Parco. E’ la stessa sorte toccata a molti altri spazi di Salerno, stravolti dal cemento e da progetti che cancellano l’identità dei luoghi.  

Dopo aver combattuto e vinto una battaglia legale, nel 2017-18, contro le stesse istituzioni, per impedire la realizzazione di un parcheggio interrato per 250 posti auto, destinato a far scomparire le piante e favorire gli interessi di un’impresa napoletana e non della cittadinanza, oggi ci ritroviamo a dover denunciare le stesse istituzioni che provano, con la scusa del Parco Giochi, a cambiare il destino di questa Piazza ottocentesca e ripropongono un nuovo sfregio a cui, è facile immaginarlo, seguirà qualche ulteriore speculazione”.