- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Battipaglia (Sa) – Si firma con nome e cognome. Poi aggiunge la descrizione di “madre di un bimbo salvato” che dà il senso alla ‘lettera aperta’ di seguito riportata integralmente.

Quando si è in dolce attesa si spera e si sogna di poter stringere il proprio figlio tra le braccia per 9 mesi. È il periodo più bello per una donna. In alcuni casi però quel periodo viene vissuto con ansia e paura.

I miei 9 mesi sono stati stupendi, emozionanti e carichi di attesa. Mio figlio nacque sano ed io lo strinsi tra le braccia convinta che nulla potesse turbare la sua crescita, convinta che il peggio fosse passato. Invece non fu così.

Aveva 5 mesi e il 25 dicembre 2010 entrò in coma. Ero spaesata e spaventata. Oggi dover ricordare quei giorni fa male… Fa male più di allora perché lo faccio per difendere ciò che ha permesso a mio figlio di continuare a vivere.

Fu trasferito d’urgenza dall’ospedale di Sapri alla neonatologia infantile di Battipaglia. Lì furono tempestivi nel capire cosa avesse e quella tempestività gli salvò la vita, quella tempestività e capacità hanno fatto sì che non avesse danni neurologici gravi a causa di una Meningite da Pneumococco.

Arrivò in condizioni disperate (due arresti cardiaci, intubato) ma quei medici, quelle mani lottarono con ogni forza per strapparlo ad una sorte che non meritava. Lo so forse c’è stata dalla nostra anche un pizzico di fortuna perché se ne salvano in pochi ma ho l’assoluta certezza che senza quei medici e senza quella eccellenza ora mio figlio non sarebbe qui.

Fa male ricordare… Ma fa più male leggere che quel reparto, che ha salvato molte vite, oggi rischia di chiudere. Come me molte madri hanno dei ricordi legati a quel reparto. Come mio figlio altri figli devono il loro futuro a quei medici.

Giù le mani dalla neonatologia di Battipaglia! Perché se loro hanno lottato per il mio di bambino e per quello di molte altri madri… oggi molte madri lotteranno per quelle mani che per noi sono e resteranno simbolo di salvezza.

Una vita, anche una sola vita salvata, vale più di qualsiasi logica economica. Anche se fosse un solo bimbo salvato nulla può giustificare una scelta a discapito di un reparto fondamentale per un’intera provincia. Fa male ricordare ma è necessario farlo!”.

Lettera firmata