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Il Coordinamento dei Presidenti dei Consigli di Istituto della Campania va giù duro. In uno con l’Associazione ‘Insieme per la Scuola’ protestano, chiedendo “l’annullamento delle Ordinanze Sindacali di chiusura delle scuole della Valle dell’Irno”  e mirando “alla riapertura delle scuole in presenza”.

Il coordinatore e portavoce regionale dell’organismo, il salernitano Almerico Ippoliti, spiega: “I sindaci ricoprono il ruolo di massima autorità locale per la sicurezza, la sanità e la scuola. Per tale motivo devono attuare quanto stabilito in materia dal Governo centrale e da quello regionale.

In un territorio quale la Valle dell’Irno, con popolazione di oltre 81.000 abitanti, non si comprende per quale motivo tutti i sindaci abbiano prorogato la chiusura delle scuole fino al 22 dicembre, di fatto fino al 7 gennaio 2021, a dispetto delle leggi nazionali e regionali e, soprattutto, senza tenere minimamente in nessun conto i danni psicologici, pedagogici, formativi, di socializzazione e di stress che stanno sopportando i bambini in DAD.
Il comprensorio della valle dell’Irno conta 1.020 casi di contagio covid-19 (fonte: https://www.comune.baronissi.sa.it/), peraltro senza riferimenti al numero degli attuali positivi e a quello calcolato dall’inizio della pandemia (in questo caso molti sarebbero già da tempo guariti), pari all’1,25% della popolazione totale composta da anziani, adulti, giovani, ragazzi, bambini tra i 2 ed i 7 anni, che dovrebbero rientrare a scuola”.

Ippoliti argomenta: “Oggi in Campania vi è un caos sulla riapertura delle scuole derivante da decine di Ordinanze Sindacali in contrasto con quelle regionali a fronte delle quali le famiglie, le scuole e la comunità scolastica non riescono più ad orientarsi. Esse non riescono a comprendere i motivi che, come in questo caso, non vengono chiaramente esplicitati in dati reali: quelli che dovrebbero sostenere le più gravi ed estreme decisioni, in nome della salute dei cittadini.
Ad ogni buon conto, la salute dei bambini e dei ragazzi va intesa secondo una visione globale che non sembra essere considerata allo stato attuale. Possibile rinunciare a promuovere il diritto all’istruzione degli studenti, a partire dalle più giovani leve?
Le scuole in Regione Campania prima della chiusura, per i rigidi protocolli di sicurezza, erano un luogo sicuro, in cui le spese effettuate e gli sforzi dei dirigenti, dei docenti e del personale non docente, nonché degli studenti e delle famiglie, avevano permesso di contenere al massimo la diffusione del Covid-19.

Intanto, mentre in tutto il resto d’Italia e d’Europa le scuole sono rimaste sempre aperte, non si spiega perché quelle campane siano state chiuse in maniera indiscriminata, aumentando la diseguaglianza di trattamento e di formazione degli studenti campani rispetto ai coetanei di tutte le altre regioni”.

La conclusione: “Il Coordinamento chiede che il diritto all’istruzione ed alla scuola in presenza trovi applicazione uniforme anche in Campania. Ciò sarà possibile solo se i sindaci campani capiranno le esigenze formative dei propri concittadini in età scolare ed avranno il giusto coraggio e la fermezza per far riprendere la scuola in presenza, non lasciando indietro i nostri bambini che sono il futuro delle comunità. In tal modo metteranno peraltro le famiglie in condizione di mandare in presenza i propri figli, in osservanza dell’obbligo formativo a cui le famiglie devono ottemperare. Per questo chiediamo ai sindaci di consentire la riapertura delle scuole affinché possa riprendere la didattica in presenza in Campania, così come in tutta Italia. Il Coordinamento Regionale dei Presidenti dei Consigli di Istituto è sempre disponibile ad una collaborazione proficua e costruttiva con gli enti, per il bene della scuola e degli studenti”.