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Camminare sul lungomare di Amalfi e scontrarsi con l’arte e la bellezza. «I Viaggiatori» di Bruno Catalano conquistano il pubblico amalfitano e i turisti. Un successo clamoroso, con migliaia di visitatori che ogni giorno si soffermano ad ammirare le sei monumentali sculture in bronzo dell’artista italo-francese, che, con tutta la loro imponenza e la loro forza espressiva, dominano il lungomare, grazie alla collaborazione tra il Comune guidato dal Sindaco Daniele Milano e la Galleria Ravagnan di Venezia.

Il riscontro favorevole, documentato dal numero di presenze e dalle migliaia di foto pubblicate sulla rete, ha spinto l’Amministrazione Comunale a prorogare la durata della mostra (il cui termine era previsto per il 30 settembre), fino al prossimo 5 novembre. 

Amalfi si trasforma in un museo diffuso a cielo aperto, con le opere di Bruno Catalano che si integrano perfettamente con il paesaggio amalfitano, le sue bellezze naturali e la sua storia millenaria legata al commercio ed ai viaggi. 

«Il viaggio, la partenza, il distacco, la valigia, il peregrinare incessante. Gli  squarci dei corpi, gli strappi, diventano un’apertura sul mondo, sull’esistenza e, allo stesso tempo, si caratterizzano come parte integrante del paesaggio amalfitano, che ne riempie i vuoti. – sottolinea il Sindaco Daniele Milano – Siamo entusiasti del successo riscosso: ogni giorno visitatori e turisti si soffermano a lungo, ne osservano le prospettive molteplici, aprono il QrCode che accompagna ogni statua, incuriositi dal significato che l’autore ha cercato di imprimere all’opera. Un’esperienza reale che si proietta anche all’universo social, con una community virtuale sempre più vasta che accomuna i viaggiatori di tutto il mondo». 

Tra le sculture, spicca anche una inedita pensata appositamente per la mostra en plein air che la città capoluogo della Costiera. La mostra dedicata al viaggio spirituale della vita di ciascuno, ma anche all’emigrazione, che pure ha toccato in passato questi luoghi oggi meta del turismo internazionale.

«E’ incredibile la risonanza mediatica della mostra, che ha inserito tra i trend topic del web, oltre al Duomo di Amalfi, da sempre monumento simbolo riconosciuto in tutto il mondo, anche il lungomare, mettendone in luce due prospettive diverse. Da qui è nata l’idea di raccogliere tutti i materiali fotografici prodotti dalle singole persone e dai turisti, per creare un grande racconto visivo e creativo collettivo. Per questo chiediamo a tutti di taggarci o di spedire come messaggio privato alla pagina Facebook ufficiale del Comune di Amalfi o ai canali social di Visit Amalfi (Comune di AmalfiVisit AmalfiInstagram Visit Amalfi) il proprio scatto, accompagnato da una brevissima didascalia», afferma la Consigliera Enza Cobalto, con delega alla Cultura e agli Eventi.

La mostra en plein air vuole essere un omaggio agli Amalfitani nel mondo. Quelli di ieri e di oggi. Donne e uomini che hanno lasciato i luoghi perfetti dell’infanzia per lavoro o perché costretti da situazioni contingenti. Come gli oriundi che partirono verso terre lontane a inizio Novecento. Le loro valigie erano non solo cariche di pochi effetti personali, ma di tante speranze riposte in quelle terre che li ospitarono e in cui oggi continuano a vivere i loro congiunti più stretti. Ciascuno, nei luoghi in cui oggi vive, ha trasferito l’amore per Amalfi e per la Costiera alimentando con orgoglio quel senso di appartenenza mai sopito. Le valigie dei viaggiatori di Catalano ricordano non solo l’emigrazione ma anche la capacità degli Amalfitani, di intrattenere rapporti commerciali, lungo solco tracciato dai grandi mercanti della repubblica marinara». 

Viaggio, fuga, esilio sono infatti esperienze universali a cui l’artista rende omaggio attraverso la statura monumentale di queste figure di donne e di uomini che assumono una dimensione eroica proprio perché tratte dal quotidiano.

Le sculture Blue de Chine, Pierre, David, Tryptique, Hubert e l’inedita scultura Simone, trasformano così il lungomare dell’Antica Repubblica in un museo a cielo aperto integrandosi perfettamente con il paesaggio amalfitano, le sue bellezze naturali e la sua storia millenaria legata al commercio ed ai viaggi. 

Più che statue le opere di Bruno Catalano, classe 1960, sono la rappresentazione di esseri umani strappati, attraversati da un immenso vuoto che evoca la cicatrice della partenza e della separazione, le identità frammentate dalle difficoltà, o le zone d’ombra dell’immagine di loro stessi.

E così, nel loro eterno peregrinare, Les Voyageurs di Catalano si nutriranno anche degli spazi amalfitani che abiteranno fino al mese di novembre, trasformando in immagine gli scorci dinanzi ai quali saranno collocati. Trasportano all’interno dei loro bagagli dei frammenti di vita e di storia, mentre il loro destino si lega inevitabilmente alle loro radici e li mantiene in un equilibrio precario. 

Effigiati in un materiale solido e resistente come il bronzo, ma strappati all’altezza dello stomaco, essi proseguiranno il loro cammino, armati di valigia, sul lungomare di Amalfi. E nel fuggevole respiro di questa sosta, il taglio che portano nel corpo si riempirà delle trame di un paesaggio unico al mondo. Questi monumenti narrano i temi dell’esistenza stessa dell’artista, sradicato in giovane età dal suo paese natìo e costretto ad andar per mare nel suo periodo da marinaio, fino all’incontro con l’arte statuaria dei grandi scultori moderni e contemporanei, che gli cambia la vita. 

Le sculture di Bruno Catalano sono presenti dal 2005 in musei e gallerie internazionali e in collezioni pubbliche e private e sono tra le opere più apprezzate dai critici attuali.

«Nel mio lavoro sono alla ricerca del movimento e dell’espressione dei sentimenti; faccio emergere dall’inerzia nuove forme e riesco a levigarle fino a dare loro nuova vita – dice Bruno Catalano parlando della sua arte – Provenendo dal Marocco, anche io ho viaggiato con valigie piene di ricordi che rappresento così spesso nei miei lavori. Non contengono solo immagini ma anche vissuto, i miei desideri: le mie origini in movimento». 

LE STATUE IN ESPOSIZIONE

TRITTICO

Traccia di un viaggio che è allo stesso tempo mobile e immobile. Perché il Viaggiatore non è solo chi ha lasciato tutto per un sogno e un altrove. È anche chi, calzato di tutto punto, valigia in mano, nella sua postura diritta e degna, rappresenta ognuno di noi. È con questa idea che Bruno Catalano ha creato Trittico, una metafora plastica, limpida e giusta, della nostra condizione umana, eludendo il tabù della senilità e della morte. Qualunque sia il nostro itinerario, vagabondo o più sedentario, ecco ciò che resterà di noi, viaggiatori effimeri su questa Terra: qualche traccia di materia consunta, derisoria. Un paio di scarpe, una valigia, metafore del lascito di ogni essere umano dopo il suo passaggio. Nella maturità della sua opera, l’artista mostra sempre più il passaggio del tempo; con il suo Trittico, propone un emblema grezzo ed eloquente della nostra mortalità, del nostro essere semplici viaggiatori della vita. 

BLUE DE CHINE

“Blue de Chine” è una scultura dedicata  a tutti quei lavoratori che vengono  da lontano. La sua patina di colore blu, suggerisce l’abbigliamento dell’operaio e del marinaio.

Bruno Catalano era lui stesso uno di loro, immigrato dal Marocco arrivato a Marsiglia con una semplice valigia.

HUBERT

In piedi, in attesa, Hubert è stato immortalato in un momento di assenza in cui il suo spirito aleggia già altrove. Vestito solamente di un paio di jeans, a torso e piedi nudi, è un viaggiatore umile, che si accontenta di seguire il corso delle cose. Il blu del pantalone contrasta con la pelle bronzea, brillante e grezza, esposta al sole e agli elementi. Il corpo, nonostante il vuoto lasciato, lascia intravedere un chiasmo degno dell’arte statuaria greco-romana, mentre una mano casualmente infilata in tasca conferisce al personaggio tutto lo sdegno e la spensieratezza della gioventù

SIMONE 

Scultura inedita creata appositamente per questa mostra (300x130x120 cm). Con “Simone”, Bruno Catalano ha rafforzato il ritratto a figura intera di un giovane veneziano la cui allure, al di là della lacerazione, caratteristica dell’intera serie Voyageurs, evoca un gusto per l’eleganza italiana.

Indossa un abito  con cravatta e la sua figura dà l’immagine di sobrietà elaborata. Da queste vesti nei toni del grigio emergono due tocchi di bronzo brillante: uno è la mano della figura che porta la sua grande borsa di cuoio e l’altro è il suo volto.

Con espressione serena, il suo sguardo va lontano come per proiettarsi nel futuro, con fiducia e determinazione.