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Salerno – Una maxi operazione della Guardia di Finanza di Bressanone e dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli-servizio antifrode dell’ufficio dogane di Bolzano, coordinata dalla Procura della Repubblica di Bolzano, ha portato i “baschi verdi” a smantellare un vero e proprio gruppo criminale dedito al traffico internazionale illecito di carburante in tutta Italia e operante anche a sud della provincia di Salerno, con arresti, denunce di società italiane ed estere e sequestri di distributori, depositi di carburanti, automezzi, rapporti finanziari, quotazioni societarie e denaro contante del valore di 4,3milioni di euro.

L’attività investigativa della Procura prima di Trento e poi di Bolzano, è cominciata da un controllo delle Fiamme Gialle di Bressanone, effettuato ad un’autocisterna che stava transitando presso la barriera autostradale di A/22 di Vipiteno.

Controlli che hanno portato i finanzieri a scoprire un’associazione a delinquere transnazionale che in un anno, attraverso il valico del Brennero, ha importato illegalmente in Italia, circa 7milioni di litri di gasolio.

Il carburante, proveniente dalla Germania e diretto per il commercio in tutta Italia, veniva introdotto nel territorio nazionale come “olio lubrificante”, evitando così, il pagamento dell’accisa sul prodotto petrolifero che per il gasolio si aggira intorno al 60% sul prezzo al dettaglio, mentre in Germania l’accisa sull’olio lubrificante è pari a zero.

Una frode che in 12 mesi, ha superato i 4milioni di euro di valore, messa in capo dall’organizzazione che utilizzava delle società “cartiere” cioè prive di consistenza economica, strutture operative e personale dipendente, a nome delle quali venivano emessi i documenti falsi utilizzati per accompagnare la merce sul territorio italiano.

Un meccanismo criminale che partiva dall’Italia dove le autocisterne vuote si dirigevano alla volta di in un deposito “compiacente” situato nella città di Lübben, in Germania. È in Germania infatti, che il gasolio, certificato falsamente come “olio lubrificante”, veniva caricato sulle autocisterne che poi facevano rientro in Italia, percorrendo un primo tratto di strada che da Lübben arrivava nella città austriaca di Wörgl dove le autocisterne venivano caricate su rotaia, raggiungendo Trento, scortate da una semplice lettera di vettura. Giunte nella città di Trento, gli autisti delle autocisterne, distruggevano le lettere di autovettura e proseguivano il viaggio verso un deposito commerciale di prodotti petroliferi sito nell’hinterland milanese.

Nel tragitto, la merce veniva poi classificata come “gasolio” e accompagnata da documenti che attestavano che il prodotto aveva assolto l’accisa ed era diretto verso operatori autorizzati allo stoccaggio dall’amministrazione finanziaria.

Il gasolio trasportato veniva successivamente scaricato in serbatoi di stoccaggio presenti nel deposito commerciale i cui responsabili, erano conniventi dell’organizzazione criminale. E dal deposito inoltre, che partivano altre autocisterne per rifornire dei distributori stradali che commercializzavano carburante non di grandi marche, alcuni dei quali di proprietà di imprenditori facenti parti dell’organizzazione criminale.

Uno schema a cui da marzo dello scorso anno, si è aggiunta una variante che ha visto l’utilizzo di trasporto su ferro lungo la tratta Friburgo in Brisgovia (Germania)–Novara, con destinazione finale presso il deposito italiano dell’hinterland milanese.

Evasione che ha interessano anche l’I.V.A. sulla commercializzazione del prodotto petrolifero poiché le società che cedevano il gasolio ai distributori stradali, non pagavano i tributi e di conseguenza, non versavano l’I.V.A. addebitata ai clienti e regolarmente pagata dai consumatori.

Mesi di indagini che hanno portato gli investigatori ad individuare l’intera filiera criminale che al vertice vedeva la presenza di contabili, responsabili locali di depositi, autotrasportatori e prestanomi delle società e compilatori di documenti falsi.

Una rete criminale che nelle scorse ore ha richiesto l’impiego di oltre duecento finanzieri e doganieri impiegati in Campania, Lombardia, Puglia, Toscana, Abruzzo e Basilicata, che hanno dato esecuzione ai provvedimenti emessi dal GIP del Tribunale di Bolzano, che hanno portato all’arresto, a seguito di ordinanze di custodia cautelare in carcere, di sette persone, nonché al sequestro di: 3 depositi commerciali di prodotti energetici, 13 distributori stradali di carburante , 34 tra motrici, semirimorchi e cisterne adibiti al trasporto di carburanti, 1 imbarcazione da diporto lunga 18 metri, timbri metallici “contraffatti” destinati alla creazione di falsi documenti di trasporto; 60 rapporti finanziari (fra conti correnti, certificati di deposito, titoli, ecc.), quote societarie e denaro contante fino alla concorrenza di 4,3 milioni di euro.

Operazione che ha portato l’iscrizione complessiva nel registro degli indagati di 19 persone accusate per i reati di associazione a delinquere finalizzata alla reiterata commissione dei delitti di contrabbando di prodotti energetici, aggravati in ragione della quantità del prodotto commercializzato e della natura transnazionale degli illeciti, e alla denuncia di sette società italiane e una società con sede nella Repubblica Ceca, accusate di aver agevolato la commissione dei reati di associazione a delinquere finalizzata all’evasione dell’accisa di prodotti della carburazione.

Sette invece, gli arrestati che sono: sono Francesco D’Auria, 42 anni (residente in provincia di Napoli), Gaetano Panariello, 58 anni (residente nel comune di Scafati, in provincia di Salerno), Carmelo Corsaro, 53 anni (residente a Settimo Milanese), Vincenzo Amita, 47 anni (residente a Castellammare di Stabia), Pasquale De Martino, 56 anni (residente in provincia di Reggio Emilia), Vincenzo Sciusco, 48 anni (residente a Cerignola) e Paolo Infantino, 44 anni (residente a Cerignola).

Tra i 13 distributori di carburante sequestrati, le Fiamme Gialle delle tenenze di Sala Consilina e Nocera Inferiore, hanno messo i sigilli a quattro distributori di carburante siti a Nocera Superiore, Buonabitacolo, Sant’Arsenio e San Pietro al Tanagro.