- Pubblicità -
Tempo di lettura: 3 minuti

Agropoli (Sa) – “Attivare i controlli sul rispetto della sentenza di condanna al risarcimento danni nei confronti del Comune di Agropoli, persecuzione dei responsabili dell’omissione e conoscere il nominativo del funzionario responsabile del procedimento individuato negli atti di trasmissione della sentenza”. È quanto chiede, nero su bianco, in una missiva indirizzata alla Procura di Vallo della Lucania, alla Guardia di Finanza di Agropoli, alla Procura Generale e alla Procura generale della Corte dei Conti di Roma, il fratello di Angelo, il sindaco di Pollica trucidato con nove colpi di pistola il 5 settembre 2010, e presidente della Fondazione “Angelo Vassallo, sindaco pescatore”, Dario Vassallo.

Tutto è cominciato tra il 2008 e il 2012 quando, secondo la Corte dei Conti, il Comune di Agropoli di cui è stato sindaco l’attuale sindaco di Capaccio Paestum, ex delegato all’agricoltura della Regione Campania ed ex assessore ai lavori pubblici della Provincia di Salerno, Franco Alfieri, “dimenticò” di acquistare al patrimonio pubblico ben tre immobili confiscati al clan degli “zingari”, Marotta, lasciandoli di fatto nella loro disponibilità, mentre il Comune di Agropoli avrebbe continuato a pagare un fitto di appartamenti in una proprietà privata dove erano collocati dei servizi di pubblico interesse comunali ma che invece, avrebbero potuto essere ospitati negli immobili confiscati alla camorra. Una vicenda che finì al centro di un’indagine giudiziaria della Procura di Vallo e della magistratura contabile, terminata anche davanti ai giudici della Corte dei Conti della Campania che condannarono lo scorso anno, Alfieri e altri quattro tra amministratori e dirigenti comunali, a risarcire in solido 40mila euro di danno erariale.

Risarcimento danni al Comune di Agropoli che, secondo la denuncia del presidente della fondazione Vassallo, ancora non sarebbe avvenuto. “Nel 2017-scrive Vassallo nella missiva- Franco Alfieri, allora sindaco di Agropoli, insieme ad altri quattro dipendenti del Comune di Agropoli, venne condannato in via definitiva dalla prima sezione giurisdizionale di appello della Corte dei Conti di Roma a risarcire il Comune per una somma di 40 mila euro. Cifra-sottolinea il fratello del sindaco pescatore di Pollica- da pagare per il danno procurato all’Erario pubblico per beni confiscati e assegnati al patrimonio indispensabile del Comune (sentenza di conferma di quella emessa dalla Corte dei Conti della Campania).

Ad oggi-continua Vassallo-non risultano però, versate predette somme nelle casse comunali e neppure risulta che il responsabile del procedimento abbia attivato l’opzione prevista dalla legge per incassarle. Ciò stante e al fine di impedire che il trascorrere inutile dei termini determini (come per altri reati) la prescrizione dell’azione-conclude Vassallo-chiedo che vengano attivati i dovuti controlli e perseguiti i responsabili dell’omissione, con tutte le conseguenze di legge e di conoscere il nominativo del funzionario responsabile del procedimento individuato negli atti di trasmissione della predetta sentenza”.