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Benevento – “La conferenza stampa di Mastella non merita di passare sotto silenzio, perché non è possibile che su questioni così importanti non si apra un minimo di discussione, di dibattito e di confronto”. Così  in una nota Mezzogiorno Nazionale:”Il “teorema” è noto; è diventato un mantra. I “numeri” cantano e non consentono repliche. Il “festival del carrello” (nostra definizione di sintesi) è un format di successo. Popolare e gramsciano. A proposito di Gramsci siamo portati a ritenere che a sentire il suo nome così tirato in ballo, utilizzerebbe i “Quaderni” come un corpo contundente. Per quanto riguarda il popolo, forse è meno impegnativo parlare di pubblico, folla, moltitudine. Anche perché non è in discussione la dimensione quantitativa. Il mix food-musica funziona, ma non è una politica culturale per non dire che l’intrattenimento non è un compito istituzionale, soprattutto per un Comune in una condizione di dissesto.

Anche perchè non è vero, o, almeno, per essere corretti, non è sempre vero che in passato sia mancata la partecipazione popolare. Penso ai “numeri” del teatro romano, strabordante di pubblico all’one man show di Gigi Proietti o a Gassman, pur costretto a utilizzare la cover del Palasannio. Oppure al concertone allo stadio, con Costanzo direttore artistico. Oppure alla svolta di “Molliche” che determinò la mobilitazione delle energie del territorio.

Ed ancora. Città Spettacolo, che non è solo quella di Gregoretti, ha perso il bacino d’utenza e di interesse. Da evento nazionale è diventato un evento locale. Basta confrontare le rassegne-stampa di ieri e di oggi.

La regressione localistica di Città Spettacolo ha comportato l’azzeramento di tutto l’indotto comunicazionale: le grandi testate, i critici più importanti, gli addetti ai lavori, il circuito teatrale.

E’ dunque diminuita la platea “informata”. Un “numero” importante per la valutazione dell’impatto promozionale.

Vero è che negli ultimi anni, Città Spettacolo aveva perso la sua spinta propulsiva, anche per fattori esterni. Basti pensare all’irruzione del Napoli Teatro Festival. Sicchè sicuramente andava ripensata e riposizionata. Ed invece è stata snaturata e rottamata.

Tuttavia, stando ai resoconti, si è continuato a usare la denominazione Città Spettacolo e il relativo finanziamento di 150mila euro.

Un escamotage comunicativo. Il “festival del carrello”, cioè Città Spettacolo più “A Sud di nessun Nord” è costato complessivamente 360mila euro.

Stando sempre ai resoconti, la conferenza stampa non è servita a fare trasparenza e chiarezza sulle modalità, sulle procedure e sui tempi di utilizzo delle risorse pubbliche. Un atto dovuto, soprattutto se, a maggior ragione, si considera l’iter e la tempistica amministrativa.

Ma forse dobbiamo attendere una prossima conferenza stampa.