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In aumento le morti sul lavoro. Più della metà del Paese è in zona rossa e arancione. Sul podio dell’insicurezza nazionale: Basilicata, Umbria, Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta, Abruzzo, Sicilia e Campania. A fine aprile sono 211 gli infortuni mortali in occasione di lavoro e 80 quelli in itinere. In Lombardia, in Veneto, in Campania e in Sicilia il maggior numero di vittime totali. Costruzioni, Trasporti e Magazzinaggio e Attività Manifatturiere i settori più colpiti. In lieve calo il numero complessivo delle denunce di infortunio (mortali e non): -0,9% rispetto ad aprile 2024.

IL COMMENTO AI DATI AGGIORNATI AL MESE DI APRILE 2025
“Un primo quadrimestre da dimenticare. Perché dopo il giro di boa dei primi quattro mesi del 2025, le proiezioni per la fine dell’anno sembrano a dir poco pessimistiche quando si parla di vittime sul lavoro. Rispetto al primo quadrimestre del 2024 le vittime sono aumentate dell’8,6%. Si contano già 291 decessi, 23 in più dello scorso anno. Sette regioni sono in zona rossa e altre sei in zona arancione, le due fasce critiche in cui raccogliamo le regioni con tassi d’incidenza infortunistica superiori alla media nazionale.” – in questo modoMauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega di Mestre, commenta i dati più significativi dell’ultima indagine elaborata dal proprio team di esperti e conclude: “A maggio è stato finalmente approvato il nuovo Accordo sulla formazione sulla sicurezza che obbliga tutti i datori di lavoro a ricevere un’adeguata informazione sulla normativa per la prevenzione degli infortuni: ci auguriamo che, grazie ad un’aumentata consapevolezza dei datori di lavori, migliori anche la sensibilità sulla sicurezza nelle aziende”.

IL RISCHIO DI MORTE REGIONE PER REGIONE – DATI AL MESE DI APRILE 2025
A finire in zona rossa ad aprile 2025 con un’incidenza superiore a +25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 8,8 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) sono: Basilicata, Umbria, Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta, Abruzzo, Sicilia e CampaniaIn zona arancione: Puglia, Toscana, Veneto, Molise, Piemonte e Calabria. In zona gialla: Liguria e Lombardia. In zona bianca: Marche, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Emilia-Romagna e Sardegna (Sul sito www.vegaengineering.com/osservatorio sono disponibili i grafici e i dati).

MORTI SUL LAVORO E INFORTUNI IN ITALIA: I NUMERI ASSOLUTI AD APRILE 2025
Sono 291 le vittime sul lavoro in Italia, delle quali 211 in occasione di lavoro (5 in più rispetto ad aprile 2024) e 80 in itinere (18 in più rispetto ad aprile 2024). Ancora alla Lombardia va la maglia nera per il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (34). Seguono: Veneto (21), Campania (19), Piemonte e Sicilia (17), Toscana (16), Puglia (14), Lazio (13), Emilia-Romagna (10), Trentino-Alto Adige (9), Abruzzo (8), Umbria (7), Basilicata (6), Liguria e Calabria (5), Marche (4), Friuli-Venezia Giulia (3), Sardegna, Molise e Valle D’Aosta (1). (Nel report allegato il numero delle morti in occasione di lavoro provincia per provincia).

IL FENOMENO INFORTUNISTICO PER ETÀ
Anche nel primo quadrimestre dell’anno l’Osservatorio mestrino elabora l’identikit dei lavoratori più a rischio per fascia d’età e lo fa sempre attraverso le incidenze di mortalità (per milione di occupati). Un dato, quest’ultimo, che continua a essere preoccupante soprattutto tra i lavoratori che hanno maggiore esperienza; l’incidenza più elevata si registra proprio nella fascia d’età degli ultrasessantacinquenni (19,2) e in quella compresa tra i 55 e i 64 anni (14,8), seguita dalla fascia di lavoratori tra i 15 e i 24 anni (9,6). La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 55 e i 64 anni (79 su un totale di 211).

DONNE E INFORTUNI MORTALI
Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro sono 12, mentre 16 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro. In totale sono 28 le donne decedute nel primo quadrimestre (circa 47,5% in più dello scorso anno).

LAVORATORI STRANIERI: RISCHIO MORTALE QUASI DOPPIO
Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 39 su 211, con un rischio di morte sul lavoro che risulta essere due volte superiore rispetto agli italiani. Infatti, gli stranieri registrano 15,5 morti ogni milione di occupati, contro l’8,0 degli italiani che perdono la vita durante il lavoro.
Dei 39 stranieri deceduti in occasione di lavoro, 19 sono quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere. In totale sono 58 vittime straniere su 291 (quasi il 20%).
Le denunce dei lavoratori stranieri sono 38.143 su 192.253 (circa 1 su 5), mentre sono 32.514 le denunce dei lavoratori stranieri registrate in occasione di lavoro su un totale di 164.050.

SETTORE E GIORNO PIÙ PERICOLOSI
Alla fine di aprile 2025 il settore più colpito è quello delle Costruzioni, con 31 decessi in occasione di lavoro, seguito da Trasporti e Magazzinaggio (30) e Attività Manifatturiere (29).
Il venerdì è il giorno più luttuoso della settimana, ovvero quello in cui si sono verificati più infortuni mortali nel primo quadrimestre dell’anno (21,3%). Seguito da lunedì e martedì (20,4%).

DENUNCE DI INFORTUNIO: ANCORA IN LIEVE CALO
Le denunce di infortunio totali diminuiscono ancora, seppur di poco rispetto ad aprile 2024 (-0,9%). Erano, infatti, 193.979 a fine aprile 2024 e nel 2025 sono passate a 192.253.
Anche alla fine del primo quadrimestre del 2025 il più elevato numero di denunce totali arriva dalle Attività Manifatturiere (20.975). Seguono: Sanità (11.019), Costruzioni (10.797), Trasporto e Magazzinaggio (9.774) e Commercio (9.675).
Le denunce di infortunio delle lavoratrici ad aprile 2025 sono state 71.598 (57.431 delle quali in occasione di lavoro). Mentre sono 120.655 le denunce totali degli uomini (106.619 in occasione di lavoro).

COS’È L’INCIDENZA DEGLI INFORTUNI
L’incidenza degli infortuni mortali indica il numero di lavoratori deceduti durante l’attività lavorativa in una data area (regione o provincia) ogni milione di occupati presenti nella stessa. Questo indice consente di confrontare il fenomeno infortunistico tra le diverse regioni, pur caratterizzate da una popolazione lavorativa differente.

LA ZONIZZAZIONE DELL’OSSERVATORIO SICUREZZA E AMBIENTE VEGA
La zonizzazione utilizzata dall’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega Engineering dipinge il rischio infortunistico nelle regioni italiane secondo la seguente scala di colori:

  • Bianco: regioni con un’incidenza infortunistica inferiore al 75% dell’incidenza media nazionale

  • Giallo: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il 75% dell’incidenza media nazionale e il valore medio nazionale

  • Arancione: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il valore medio nazionale e il 125% dell’incidenza media nazionale

  • Rosso: regioni con un’incidenza infortunistica superiore al 125% dell’incidenza media nazionale