“Un nostro concittadino, Antonello Sannino, è rimasto bloccato in Israele. Ci è appena arrivato un messaggio. Era, credo, con il corpo diplomatico, lo stanno portando in un bunker che si trova quattro piani sottoterra”. A riferirlo, a margine degli Stati Generali della Cultura, è stato il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca. Si tratta, secondo quanto confermato dallo staff del governatore, del presidente dell’Arcigay Antinoo di Napoli.
“C’è una preoccupazione per i droni iraniani – ha aggiunto De Luca – ma intanto è bloccato lì e non sa quando potrà tornare. Ne approfitto per fare un appello affinché sia consentito ai nostri concittadini, agli italiani e in particolare a Sannino di rientrare immediatamente in patria”.
“C’è una preoccupazione per i droni iraniani – ha aggiunto De Luca – ma intanto è bloccato lì e non sa quando potrà tornare. Ne approfitto per fare un appello affinché sia consentito ai nostri concittadini, agli italiani e in particolare a Sannino di rientrare immediatamente in patria”.
“Se non viene il Presidente della Repubblica noi non parteciperemo a questa vergognosa marchetta che è stata messa in piedi da Fratelli d’Italia”. E’ l’attacco del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, alla manifestazione – gli “Stati generali della prevenzione” – che il ministero della Salute ha promosso per lunedì e martedì prossimi a Napoli, annunciando la presenza di Mattarella per la giornata inaugurale.
Avvicinato oggi dai cronisti a margine di un altro appuntamento, De Luca ha ricordato: “Sugli Stati Generali della prevenzione veniamo da settimane di conflitto con gli organizzatori. Avevano previsto di fare quell’evento con le conclusioni di una funzionaria del ministero della Salute e non del presidente della Regione. Abbiamo detto che ovviamente non avremmo partecipato all’evento. Poi hanno corretto e per tenere dentro la Regione ci hanno comunicato che veniva il Presidente della Repubblica. A quel punto abbiamo dato il consenso e stavamo organizzando con la Asl Napoli 1 uno stand per la prevenzione. C’era stato detto che ci sarebbe stata una visita di Mattarella. Ho dato disposizione in questo momento di chiedere alla Presidenza della Repubblica se è confermata la visita di Mattarella, perché se non viene il Presidente della Repubblica noi non parteciperemo a questa vergognosa marchetta che è stata messa in piedi da Fratelli d’Italia”.
Avvicinato oggi dai cronisti a margine di un altro appuntamento, De Luca ha ricordato: “Sugli Stati Generali della prevenzione veniamo da settimane di conflitto con gli organizzatori. Avevano previsto di fare quell’evento con le conclusioni di una funzionaria del ministero della Salute e non del presidente della Regione. Abbiamo detto che ovviamente non avremmo partecipato all’evento. Poi hanno corretto e per tenere dentro la Regione ci hanno comunicato che veniva il Presidente della Repubblica. A quel punto abbiamo dato il consenso e stavamo organizzando con la Asl Napoli 1 uno stand per la prevenzione. C’era stato detto che ci sarebbe stata una visita di Mattarella. Ho dato disposizione in questo momento di chiedere alla Presidenza della Repubblica se è confermata la visita di Mattarella, perché se non viene il Presidente della Repubblica noi non parteciperemo a questa vergognosa marchetta che è stata messa in piedi da Fratelli d’Italia”.
Gli Stati Generali sono “un’occasione importante per fare il punto della situazione relativa alle iniziative culturali: per quello che ci riguarda è un’occasione anche per spiegare quello che abbiamo fatto”. Così il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, a margine della kermesse organizzata al teatro Bellini dall’ente di via Santa Lucia con il Sole 24 Ore. “Dal 2020 al 2025 – ha spiegato De Luca – la Regione ha investito 800 milioni di euro nella cultura. Non c’è istituzione italiana che abbia fatto uno sforzo anche lontanamente paragonabile a questo. Abbiamo promosso eventi di livello internazionale, mostre straordinarie, dato respiro ai teatri, al mondo dell’audiovisivo, del cinema, delle televisioni. Abbiamo dato lavoro a migliaia di persone della nostra regione”. “Possiamo essere orgogliosi – ha concluso – abbiamo fatto un’altra cosa che non riguarda direttamente le iniziative culturali, abbiamo creato un clima del rispetto delle regole a Napoli, di civiltà democratica. Quando ci siamo insediati avevamo un blocco stradale un giorno sì e un altro pure, intimidazioni continue, finti comitati di lotta. Abbiamo presidiato la trincea della legalità e dei comportamenti civili, anche questa è cultura”.
“Non ci stiamo mettendo conto del fatto che la democrazia è a fine corsa. La democrazia ha esaurito il suo corso storico. Abbiamo vissuto ritenendo la democrazia un dato acquisito. È una delle tante forme di governo delle comunità umane. Ed è in questo momento una forma di governo assolutamente minoritaria nel mondo”. Lo ha detto il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, nell’intervista curata dal vicedirettore del Sole 24 Ore, Daniele Bellasio, agli Stati Generali della cultura.
“In occidente – ha detto De Luca – la democrazia è a fine corsa. Se guardiamo quelli che sono i caratteri fondamentali di un regime democratico sono saltati tutti. La divisione dei poteri è saltata. La distinzione delle funzioni è saltata. Il suffragio universale che caratterizzava e dava autorità morale ai regimi democratici è saltato. Ormai abbiamo quasi dappertutto governi di minoranza. I rappresentanti del popolo, in modo particolare in Italia, non rappresentano più niente. Sono cooptati che si ritrovano a Roma totalmente privi di rapporti con i territori, con le aree sociali, con il mondo della cultura. I rappresentanti non rappresentano niente”.
“In occidente – ha detto De Luca – la democrazia è a fine corsa. Se guardiamo quelli che sono i caratteri fondamentali di un regime democratico sono saltati tutti. La divisione dei poteri è saltata. La distinzione delle funzioni è saltata. Il suffragio universale che caratterizzava e dava autorità morale ai regimi democratici è saltato. Ormai abbiamo quasi dappertutto governi di minoranza. I rappresentanti del popolo, in modo particolare in Italia, non rappresentano più niente. Sono cooptati che si ritrovano a Roma totalmente privi di rapporti con i territori, con le aree sociali, con il mondo della cultura. I rappresentanti non rappresentano niente”.