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Avellino – Come in un sistema di scatole cinesi. Da una perquisizione spuntano carte e documenti che subito fanno puntare anche su altre. Così per l’inchiesta sullo scandalo dei diplomi falsi usati per scalare a suon di mazzette le graduatorie per il personale Ata. A pochi giorni dalle perquisizioni che avevano riguardato l’abitazione di un funzionario del Provveditorato e di un istituto di formazione, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Avellino sono tornati in una scuola privata in provincia di Caserta, la seconda che finisce nel mirino delle indagini dei militari del Nucleo Investigativo e della Procura di Avellino.

Eseguito un nuovo decreto di perquisizione e sequestro firmato dai magistrati che conducono le indagini, il Procuratore della Repubblica Rosario Cantelmo e il sostituto procuratore Antonella Salvatore. Anche in questo caso i Carabinieri si sono messi a caccia di documenti. Attestati di frequenza a corsi di addestramento professionale di dattilografia digitale, attestati di conseguimento di Eipass o altri titoli utili ai fini della graduatoria per il personale Ata, elenchi nominativi, appunti e supporti informatici.  Ma le perquisizioni non si erano limitate al Provveditorato. Perchè nella stessa mattinata i Carabinieri sono arrivati anche ad Acerra, presso una società di formazione che rilascia attestati professionali, dove la Procura ha chiesto di acquisire attestati di frequenza a corsi di addestramento professionale di dattilografia digitale, diplomi di qualifica professionali ed in questo caso anche di registri di frequenza ai corsi. Tutto il materiale acquisito da parte dei militari è a disposizione ora anche del consulente informatico nominato dalla Procura per verificare sui dispositivi tracce eventuali collegate alle ipotesi di reato.