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Si calcola che nel mondo se ne servano già cinquantamila persone, di cui cinquemila nella sola Svezia. Parliamo di un chip racchiuso in una capsula di soli 16 millimetri che ha la funzione di sostituire cellulare e dispositivi tecnologici. La particolarità? E’ sottocutaneo. Con una piccola incisione la nostra vita potrebbe cambiare: niente più biglietti e patente da esibire, o carte di credito e chiavi di casa da portare con sé. Gli abbonamenti e i pass saranno in quel dispositivo che sarà impossibile dimenticare, perché viaggerà con noi e dentro di noi. 

E’ la nuova frontiera della tecnologia. A compiere decisi passi avanti in tal senso è stata la Dsruptive, società svedese che ha avviato da poco la sperimentazione del chip. Nel paese scandinavo l’implementazione è concessa anche ai tatuatori, mentre in altri paesi come Inghilterra e Giappone si ferma alle cliniche private per questioni di sicurezza. Gli svedesi al momento possono viaggiare in treno affidandosi alla loro identità digitale grazie a un accordo con la compagnia ferroviaria statale, ma si pensa già che i servizi aumenteranno a breve e saranno sempre più appetibili. 

Da un sondaggio effettuato in Spagna – dove l’operazione è ancora illegale – nel 2019 è emerso che su un campione di 1.700 maggiorenni il 20% sostituirebbe il cellulare con qualcosa di simile. Soprattutto tra i più giovani è prevalsa la voglia di mescolare il proprio corpo con la tecnologia, anche se i rischi e le perplessità non mancano.

E’ un metodo sicuro per la salute? C’è il rischio di un furto di identità? La Dsruptive ha assicurato che la sua capsula ha un’autonomia di 25 anni e che prima di quella scadenza non causerà alcun danno. Tuttavia, in un’intervista a El Pais il co-fondatore Juanjo Tara non ha garantito al 100% la segretezza dei dati: “Non possiamo stabilire con sicurezza l’immunità da un attacco informatico”, ha detto senza mostrare troppa fiducia. Di lavoro da fare ce n’è, prima di entrare nel futuro (e meno male). 

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