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Avellino  – La candidatura di Luigi Anzalone è stata annunciata via Facebook ma affonda le sue radici nell’esistenzialismo tedesco e nel pensiero della Grecia classica. Forse è per questo che fa discutere. Solo un post telegrafico. “Da uomo in rivolta contro il degrado di Avellino mi candido a sindaco della città”. Punto. Anzalone non ha aggiunto altro. La sua storia parla da sé.
Anzalone è stato tra l’altro consigliere comunale di Avellino del PCI-PDS (1985-95), Presidente della Provincia (1995-99), assessore regionale al bilancio e al demanio e ai rapporti con i Paesi del Mediterraneo e consigliere regionale e vicepresidente della Commissione Anticamorra della Campania (2001-2010), intende promuovere una aggregazione civico-democratica che segni una radicale e positiva svolta nel modo di amministrare la nostra città capoluogo.

Anzalone è uomo di cultura: si occupa di filosofia antica e filosofia morale. È autore di diversi saggi, tra cui “Montinari: la cosmodicea di Nietzsche” (1981), “Nietzsche: la filosofia del tempo del nichilismo (1983)”.

E’ per tutti il professore. E se lo merita. Prova a spiegarsi: «Giovenale scrisse: “Facit indignatio versus”. Io mi candido per lo stesso sentimento». Perché si decidesse a candidarsi a sindaco è stato sollecitato da centinaia di cittadini e da tutti gli Amici di Fondazione Sudd. Il riscontro per ora è positivo. Decine e decine di post. Ad esempio quello di Gianfranco Rotondi segretario nazionale di Rivoluzione cristiana, deputato di Forza Italiana vicinissimo al presidente Silvio Berlusconi. «Mi sono ritirato da oltre 22 anni da ogni impegno politico pubblico ad Avellino. Non dimentico – scrive Rotondi – che il presidente della provincia Gino Anzalone fu il solo politico presente al mio discorso di congedo dagli elettori. Con la stessa amicizia di allora, e qualche capello bianco in più, gli formulo un ‘in bocca al lupo’ con simpatia».
Anzalone risponde lusingato: «Caro Onorevole Rotondi, al solito e più del solito, ti confermi, oltre che politico colto e intelligente (che ha sbagliato Repubblica: sei così dissonante tra tanti analfabeti che affollano i banchi della destra, del centro e della sinistra nel Parlamento), una persona di rara signorilità e inconfutabile autenticità. Ti ringrazio per gli auguri, che ricambio di cuore».

In fondo il professore riscuote la simpatia di tutti, “felici, di questa candidatura” e via postando. Un sindaco filosofo ha portato subito la discussione ai massimi livelli: «Il livello della contesa politica – conferma Rossano – sale vertiginosamente. Gentile professore, io non condivido alcune sue posizioni di politica estera, soprattutto sulla contesa arabo-israeliana. A dispetto di ciò, convinto come sono della necessità di avere amministratori locali colti ed onesti, non Le farò mancare il mio personale appoggio, e non mancherò di esercitare la mia modesta influenza su quanti mi circondano. Il mio duro lavoro e i miei problemi personali mi impediscono di cimentarmi direttamente, per cui sarò lieto di delegare a Lei il mio personale desiderio di una città migliore».
Ma ora si apre la partita politica. Con chi si schiera Anzalone?. Nel Pd c’è la guerra. Comunque poco importa. Qualcuno osserva: «Sono del Pd, non voglio sapere quale sia la sua scelta per le liste a suo sostegno ma credo che lei sia l’uomo giusto, l’uomo virtuoso aristotelico. Io sarò a suo sostegno».