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“A Gennaro Lametta vengono contestate l’omessa revisione e manutenzione del bus di sua proprietà che in realtà sono addebitabili, la prima, a un sistema corruttivo esistente all’interno della motorizzazione civile di Napoli, che in quel periodo aveva effettuato circa seimila revisioni false; la seconda a un errore umano di chi omise di serrare i perni della trasmissione del pullman con una chiave dinamometrica, come necessario”.

Lo ha detto l’avvocato Sergio Pisani, legale di Gennaro Lametta, il proprietario del bus precipitato dal viadotto Acqualonga dell’A16, la sera del 28 luglio 2013, all’altezza di Monteforte Irpino, in provincia di Avellino.

Oggi, nell’aula 312 del Nuovo Palazzo di Giustizia di Napoli, nel corso del processo di Appello, i giudici hanno ascoltato le arringhe dei difensori degli imputati.

La sua condanna – ha detto ancora Pisani – avrebbe il sapore di un verdetto emesso da un tribunale del Popolo che vuole vendetta ma non giustizia. Sono convinto che la Corte di Appello pur sapendo di prendere una decisione impopolare, assolverà Lametta prendendo la decisione giusta”.
La prossima udienza è stata fissata per il 28 settembre, giorno in cui è prevista anche la sentenza.