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“Uomo, spazio, tempo” è il titolo della mostra personale del pittore Paolo D’Amore che si svolgerà dal 2 al 17 dicembre presso il Complesso Monumentale di Santa Chiara in via Regina Margherita, 3 a Solofra (Av).
Il vernissage della mostra è previsto per sabato 2 dicembre, alle ore 18; nei giorni successivi “Uomo, spazio, tempo” sarà visitabile dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20.

Domenica 17 dicembre, alle 17, nella Sala Maggiore del Palazzo Ducale Orsini di Solofra, si svolgerà una tavola rotonda dal titolo “Prospettive”. Durante questa sessione, l’artista e esperti del settore discuteranno delle opere esposte e analizzeranno lo stile di D’Amore, contestualizzandolo nell’ambito dell’Esistenzialismo Figurativo.

Nato a Salerno, Paolo D’Amore ha sviluppato il suo percorso artistico a Roma e successivamente in Campania, con un particolare interesse per l’Irpinia come fonte d’ispirazione. Inizialmente orientato verso il figurativismo, l’artista ha successivamente abbracciato l’espressionismo, lasciando emergere la propria emotività senza legarsi a specifiche correnti artistiche.

Le opere di D’Amore sono state presentate in vari eventi culturali e mostre personali come: Artbox Project nella Artweek di Basilea (2017); Premio Michele Grassi della Salerno Biennale d’Arte Contemporanea (2014); Giffoni Film Festival (2013 e 2014); Concorso Internazionale per una Medaglia Commemorativa “Memorie di Adriano nella Roma di Yourcenar” (2003); Scuderie Estensi di Tivoli, Salerno, L’Aquila; personale alla Dogana dei Grani (2014, Atripalda); personale “Lo spazio perduto” al Complesso Monumentale S. Francesco (2014, Giffoni V.P.) ed altre. Parallelamente alla sua attività artistica, dal 2008 D’Amore si dedica al sociale, trasmettendo la sua sensibilità artistica presso il Centro Integrazione Sociale (C.I.S.) di Tivoli e a Salerno, dove ha creato laboratori artistici, inclusi quelli dedicati ai ragazzi nello spettro autistico.

Nelle opere di D’Amore si esplora il tema del “Nulla”; un “nulla” tormentato al quale l’artista cerca disperatamente di dare un colore, una forma, ancor più una identità. E allora? Ecco l’attesa. Un’attesa lunga, degna di quella del poeta che “attende” il verso. Egli attende, nella speranza che l’opera – sia essa un quadro o una scultura – restituisca un senso, “il” senso. Autore e strumento al tempo stesso, l’uno strumento dell’altro: un connubio costantemente in tensione, quella stessa tensione irrisolvibile che aggroviglia l’animo di Paolo D’Amore e che lo spinge continuamente a cercare, nella consapevolezza del limite, sapendo che è proprio esso che lo sfida a spingersi oltre un orizzonte che non si lascia mai superare.

L’evento gode del patrocinio del Comune di Solofra, della Provincia di Avellino e dell’Associazione Culturale Liberi di Essere, confermando il suo rilievo nel panorama culturale locale.