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«Un punto di riferimento politico per gli amici di Avellino». Questa mattina a via Due Principati è stata inaugurata la segreteria del sottosegretario Umberto Del Basso De Caro. Numerosi gli amministratori arrivati da tutta la Provincia. «Spero che non sia un punto di riferimento che si apre oggi e si chiude il 30 giugno 2018 (dopo le elezioni amministrative ndr)», ha detto De Caro.
«De Mita? La questione è molto semplice. Dobbiamo cercare di organizzare alleanze con un centro e una sinistra. Il Pd dovrebbe essere attrattore di questi due satelliti: un centro mi pare si vada organizzando attorno ad Alternativa popolare di Alfano con altre singole personalità nazionali. Dall’altra parte – ha precisato il sottosegretario dem – c’è Campo progressista di Pisapia dove confluirà il gruppo radicale della Bonino e auspico anche Articolo Uno-Mdp. Con la buona volontà di tutti, perché non bastano le dichiarazioni. Condivido quello che ha detto Renzi dopo l’intervento di Gentiloni che ha auspicato un campo largo. Dobbiamo vincere e non perdere le elezioni: se invece dobbiamo testimoniare possiamo pure stare da soli. Se dobbiamo vincere dobbiamo allearci».
Un ragionamento che vale per i collegi uninominali maggioritari. Perché nel collegio proporzionale «ognuno raccoglie quello che può: senza il 3% non si ha nessun seggio. Ma quei voti, comunque – ha aggiunto – non si disperdono perché la nuova legge dà la possibilità di utilizzarli. Il collegio maggioritario – ha continuato De Caro – è della colazione ed è evidente che alcuni esponenti non del Pd debbano trovare ospitalità».
Per il sottosegretario non è il caso di parlare di «decariani»: «Non so chi siano, oltre me stesso e i miei figli. Le candidature – ha sottolineato – per essere espressione del partito debbono tenere conto del pluralismo e il gruppo decariano mi risulta sia di gran lunga quello di maggioranza relativa. Il partito è diviso in aree dappertutto, a Napoli e Caserta è peggio».
Per quanto riguarda Ermini: «Ha avuto la conferma dell’incarico e la sua funzione è stata modificata da commissario per portare il partito al congresso, a commissario politico con un provvedimento che cancella gli altri organi dirigenti del Pd. Penso che rimarrà commissario fino dopo le elezioni: non sarebbe il caso di fare il congresso del Pd durante la campagna elettorale»