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Non solo le celebrazioni istituzionali, il 25 aprile ad Avellino ha visto registrato anche le celebrazioni a cura della Rete Pace di Avellino (Arci, Cgil, Acli, Legambiente, Laika e altre sigle del terzo settore irpino).
 
In mattina corteo silenzioso da via Don Morosini e deposizione di un fiore nelle vie e nelle piazze dedicate agli antifascisti e partigiani, ed in particolare in via M. Guaschino, via Raffaele Aversa, via Palatucci, via Gramsci, via Don Minzoni e via Matteotti. Durante il corteo, ci saranno delle letture di alcune lettere di condannati a morte della Resistenza;
 
A seguire pesso il Circolo della Stampa, l’ANPI, l’AUSER e la CGIL hanno presentato il volume Cianciulli e l’Irpinia pacifista, con l’introduzione del Presidente dell’ANPI di Avellino Giovanni Capobianco, l’intervento di Mimmo Limongiello, Presidente provinciale dell’AUSER, e le conclusioni dell’Autore Annibale Cogliano.

A seguire: ripresa del “Cammino per la Resistenza” verso Piazza del Popolo e Piazzale della Resistenza.
Infine, a cura dell’ARCI ” Fuori tutti! È Festa di Aprile”, con pranzo sociale nella piazza di Picarelli.
A sottolineare il valore della Festa della Liberazione, l’associazione Laika: “Un’associazione come la nostra nata e formatasi in strada le parole di Natalia Ginzburg risuonano forti e chiare. Il nostro impegno, la nostra lotta per un mondo migliore affonda le sue radici nella Liberazione. A tutte e tutti buona Liberazione!
“Le strade e le piazze un tempo teatro della nostra noia di adolescenti e oggetto del nostro altezzoso disprezzo, diventarono i luoghi che era necessario difendere. Le parole come “patria” e “Italia” che ci avevano tanto nauseato fra le pareti della scuola perché accompagnate dall’aggettivo fascista, perché gonfie di vuoto, ci apparvero d’un tratto senza aggettivi e così trasformate che ci sembrò di averle udite e pensate per la prima volta. D’un tratto alle nostre orecchie risultarono vere. Eravamo lì per difendere la patria e la patria erano quelle strade e quelle piazze, i nostri cari e la nostra infanzia e tutta la gente che ci passava”.