Avellino – La lunga giornata irpina del Ministro Matteo Piantedosi si chiude con un momento di commemorazione in omaggio dell’onorevole Gerardo Bianco, irpino doc scomparso lo scorso dicembre.
Alla presenza della moglie Tina e delle figlie, una cerimonia dalla forte carica emotiva, quella tenuta al “Conservatorio Cimarosa” di Avellino, per l’occasione pieno in ogni ordine di posto e per esaltare quello che Bianco ha dato alla politica e un insegamento ancora attuale, seppure non sempre seguito”.
A volere fortemente questa giornata, il deputato irpino Gianfranco Rotondi che, per l’occasione ha chiamato ad Avellino un parterre di personalità politiche di spessore nazionale. All’appello hanno risposto Pier Ferdinando Casini, Pier Luigi Castagnetti, Luciano Violante, Ortensio Zecchino.
I lavori si aprono con un video che ricorda l’ultimo intervento in Parlamento di un commosso Bianco che si diceva stanco di una politica che man mano stava perdendo la propria mission, rivendicando la centralità del Parlamento.
Un appello che riprende il sindaco di Avellino Gianluca Festa che ricorda le doti di Bianco, quelle di leader: ”Riteneva – appunto- che il Parlamento rappresentava il centro della politica e spero che anche i Consigli comunali tornino ad assurgere al loro ruolo. Lo dico ai miei colleghi sindaci presenti in sala che, come me, spesso si sentono abbandonati”.
Poi il ricordo commosso di Fiorentino Sullo, Presidente del Centro Dorso, nell’esaltare quanto Bianco, nonostante la sua esperienza politica sul tetto d’Italia, non abbia mai dimenticato la sua terra e abbia lottato per il suo sviluppo.
E poi il ricordo dell’onorevole Rotondi: “Per anni il mio è stato un lungo viaggio con Gerardo: La signora Tina “Ce lo lasciava” e viaggiavamo con gli amici del tempo. Questa deve essere una giornata di festa per celebrare il Presidente Bianco che, ci teneva sicuramente al ricordo, ma io preferisco pensare che il viaggio di Gerardo continua. E continuerà per tutti noi con la cifra con cui lui si è contraddistinto. A chi lo contraddiceva, riceveva da lui altro che l’incoraggiamento, a patto che agisse in buonafede. E la grande eredità che lo fa diverso e irripetibile da tutti”.
Poi l’amico Pierferdinando Casini: “In un Democristiano nell’anima come me, il ricordo di Gerardo Bianco mi porta anche alle grandi menti che questa terra Irpinia ha prodotto: partitiamo da Fiorentino Sullo, poi Ciriaco De Mita, grande personalità di questa terra e che è stato un leader molto importante della Dc.
Ma anche fuori dal partito, penso a personalità come Antonio Maccanino, e Nicola Mancino, per fortuna ancora tra noi seppur non presente oggi. Il suo un servizio verso l’Italia che ha fatto sempre con trasparenza e lealtà. Perciò Matteo Piantedosi ha una grande responsabilità, quella di tenere questo testimone della terra irpina”.
Quindi da Casini il ricordo di Bianco: “Per me Gerardo è stato l’ultimo del degasperiani, quante volte l’ho sentito dire che l’Europa non può vivere solo in una dimensione monetaria, e oggi siamo arrivati con 30 anni di ritardo a rivendicare quello che ci diceva Bianco”.
La parola passa poi all’ex Presidente del Consiglio, il numero uno del M5S, Giuseppe Conte: “Sono stato io stesso ad autoinvitarmi. Ho voluto fortemente ricordare Gerardo Bianco. Ho avuto la fortuna di avere un servitore come Gerardo Capozza, che mi ha permesso al di là delle occasioni di trasmetterci un reciproco messaggio. Si è dimostrato attento ai fenomeni nuovi, a cui ha contribuito la forza che rappresento il Movimento 5 Stelle. E’ un movimento che si è proposto di innovare il panorama politico”.
E poi interviene il Ministro Piantedosi: “Mio padre è stato un grande amico e ammiratore di Bianco, uomo di cultura. Bianco è stato un maestro nel modo più compiuto del termine, la sua propensione all’insegnamento è stata una vocazione da legare a un’etica, nel segno della sobrietà e della mitezza. La cultura era per lui metodo. Il suo contributo oggi è importante per cercare quell’equilibrio che la politica di oggi fa fatica a trovare, tra esigenze dei territori e visioni internazionali, tra appartenenza ed esclusione”.