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Avellino – “Se i ragazzi già da piccoli vivono in un ambiente ‘tranquillo’ ma soprattutto hanno un’integrazione sociale sana, apprendono dei valori sani in futuro da grandi avranno meno problematiche o comunque saranno più istruiti e capaci”. E’ il messaggio che arriva da Padre Lorenzo Gasparro della Parrocchia Sant’Alfonso Maria de’ Liguori. “Si sentono spesso notizie di bullismo,  l’ultimo che mi viene in mente è le risse tra ragazzini avvenute in centro città ad Avellino. Diciamo che in questo caso la parte principale che manca anche quella dei genitori – afferma – Sappiamo bene che alcune volte non è facile per le famiglie, o come in alcuni casi che stiamo cercando di aiutare con la scuola e la parrocchia, c’è una sorta di disinteresse”.

Padre Lorenzo si rifà anche al discorso di qualche giorno fa di Don Luigi Merola intervenuto a Monteforte Irpino: “Noi cerchiamo di fare un cammino di formazione con i ragazzi – racconta – Oggi ci sono diversi gruppi che accolgono i ragazzi dai 6 anni sù con gli Scout, Azione Cattolica, il Gruppo Emmaus l’idea è dare, appunto, un ambiente sano fin da piccoli per questi ragazzi”.

Il fenomeno del bullismo, secondo Padre Gasparro ha subito un cambiamento generalizzazione “L’età media si è alzata perché le “bande” di vent’anni fa di ragazzi teppisti erano bande di 17, 18 anni – continua – Vent’anni i teppisti erano bande di 17, 18 anni. Ma sappiamo bene che oggi è calata l’età con ragazzi che vanno dai 13 anni in sù. Oggi ci sono dei ragazzi che stiamo cercando di aiutare in collaborazione con la scuola – continua – Il lavoro in questo caso è molto difficile. E’ chiaro che mettendo a confronto le due proposte formative con quello che offre la scuola o la famiglia in questo caso si sceglie la seconda opzione. E’ chiaro che qui c’è un legame affettivo, di sangue. Il problema sociale nostro si radica proprio lì con lo sfaldamento della famiglia che provoca delle conseguenze gravi”.

“Abbiamo sempre avuto dei problemi nei quartieri – afferma – Anticamente le persone che non trasmettevano valori erano poche, oggi purtroppo facciamo i conti con questo sfaldamento. Ecco il valore del matrimonio – continua – Ovviamente senza discriminare altre forme. Il vantaggio di questo “patto” è la stabilità che si viene a creare”. “Oggi San Tommaso è città, o meglio un paese visto che si conoscono tutti – dice – Ci sono abbastanza rapporti sociali, cosa che non ci sono nelle città vere e proprio. Noi, come parrocchia, registriamo un forte legame con la comunità, magari con il rispetto per la chiosa e/o il religioso. La parrocchia utilizza diverse forme di aiuto per circa 150 famiglie, ovviamente nel silenzio – racconta Padre Lorenzo – Il bene si fa sempre senza mettersi in mostro, ma ripeto in silenzio. Nessuno conosce o quando vengono fatte queste opere, questa settimana abbiamo pagato un sacco di bollette. Tutto ciò grazie alla grande generosità di San Tommaso, ogni volta che la comunità viene sollecitata risponde presente”.

La Diocesi di Avellino ha trovato nel Vescovo, Arturo Aiello una persona che va oltre il ruolo ecclesiastico: “Non lavora solo a livello sociale visto le tante opere – spiega – Non disdegna il livello culturale. E’ lì che si afferma l’apertura di mentalità”.  Nel lungo viaggio nelle periferie, spesso il mondo della politica le vede come un serbatoio elettorale: “E’ un problema noto per i quartieri popolosi – afferma Padre Gasparro – Un dato ormai noto da tempo, da qui partono proclami ecc. Ma preferiamo guardare avanti, magari recuperando delle strutture. Ad esempio sono cominciati i lavori per il recupero del centro sociale. Senza dimenticare i campetti o palestre presenti, l’aspetto è quello di valorizzarlo. Purtroppo oggi facciamo i conti con atti vandalici. Le strutture ci sono, altre sono ferme ed hanno bisogno di ripartire. Oggi quello che facciamo in parrocchia va oltre la pastorale – dice – E’ anche un punto d’ascolto, non lavoriamo con il sociale a tutto tondo ma con l’aiuto della Caritas“.