- Pubblicità -
Tempo di lettura: 3 minuti

Avellino cade a pezzi. Questa è la sensazione che si ha passeggiando per il centro storico della città. Alcuni palazzi versano in uno stato pietoso: facciate decadenti, calcinacci che crollano sulle strade. Uno spettacolo indecoroso per il capoluogo irpino. Certo, il problema della manutenzione è comune anche ad altre città, ma in una città che vuole rivoluzionarsi e diventare smart il concetto ha un peso specifico diverso.

“Stiamo depauperando così il patrimonio comunale che, senza manutenzione, cade a pezzi”. L’intervento del consigliere Nicola Giordano nell’ultimo Consiglio comunale del 10 ottobre è lo specchio della situazione attuale in città. L’emergenza ha sicuramente radici più profonde e risale al terremoto del 1980 che ha colpito l’Irpinia in primis. Quella delle facciate cadenti dei palazzi oltre ad essere una questione estetica è anche una questione di sicurezza. Abbiamo provato a mappare le situazioni più critiche in città.

Partendo dal centro storico la Dogana di Avellino, simbolo della città, cade a pezzi. In passato parti di laterizio si sono staccati dall’edificio. “Il sindaco ha annunciato di voler coinvolgere l’architetto Francesco Venezia nella progettazione. Vogliamo capire a che punto è l’iter” disse a settembre il capogruppo dell’opposizione Luca Cipriano. Ma dal Comune nessuna risposta.

Girando ancora la situazione non migliora al Tribunale. Si è scoperto che il palazzo di giustizia del capoluogo irpino non è a norma per la legge 626 (legge sulla sicurezza del lavoro) poiché ha un impianto elettrico fuori legge ed è soggetto a numerose infiltrazioni d’acqua, per cui necessità di immediati interventi di adeguamento sismico e antincendio.

Passando poi per Corso Vittorio Emanuele vediamo alcuni palazzi che avrebbero bisogno di essere monitorati costantemente. In particolare il palazzo adiacente all’ex Caserma Litto già in passato è stato oggetto di studio per la caduta di calcinacci. Situazione triste anche per il palazzo storico Victor Hugo, costruito nel 1810, che deve essere assolutamente riqualificato. Piccoli passi in avanti sono stati fatti, ma non del tutto, per far diventare la casa dello storico letterato come Centro di promozione culturale. Per la riqualifica del posto si aspetta il 12 dicembre quando dovrà essere stipulato il contratto tra il Comune e gli architetti Vittorio De Vito, Daniela Pellecchia e CostructuraConsulting Società. I lavori potrebbero iniziare entro la fine del prossimo anno, sostenuti dal progetto Pics. Spesa prevista: 2 milioni di euro.

Infine a pochi passi da Piazza Castello, la Chiesa di San Nicola dei Greci sta cadendo a pezzi tra l’indifferenza dell’amministrazione comunale. L’unico intervento di riqualifica è stata l’affissione di una tabella. La speranza è che il sindaco Gianluca Festa e la sua macchina amministrativa possa recuperare e riqualificare posti che sono potenzialmente attrattivi.

Da questo punto di vista qualcosa potrebbe accadere a partire dal prossimo anno. La manovra economica che dovrà essere approvata entro fine anno prevede un “bonus facciate”: una decurtazione fino al 90% delle spese relative ai lavori di restauro delle parti frontali degli edifici che potrebbe fare molto comodo al Comune di Avellino.

di Giuseppe Di Martino