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Più di ventimila tesserati che insieme a settecento volontari si occupano in Campania di promozione del territorio, dalla storia all’ambiente, dall’enogastronomia al turismo, alle tradizioni popolari, “bistrattati da anni”.

Sono quelli delle cinquecento Pro Loco che in attesa dei modesti contributi annuali previsti da una legge regionale del 2014, che da quattro anni non vengono erogati, si sono quasi tutte trasformate in associazioni di promozione sociale senza scopo di lucro iscritte nel Registro Unico del Terzo Settore, sottoponendosi così a stringenti regole gestionali e contabili. Una situazione che ha fatto scattare la protesta in Campania.

La recente assemblea ad Avellino, con la partecipazione di cento presidenti in rappresentanza delle oltre 500 associazioni rappresentate dall’Unpli, diede mandato al presidente regionale Tony Lucido di avviare una interlocuzione urgente con il presidente Vincenzo De Luca e l’assessore regionale Felice Casucci. Ma, alla luce di quanto è emerso nella assemblea svoltasi nel pomeriggio di oggi nel capoluogo irpino, non ci sarebbe stata alcuna svolta.

Alle Pro Loco, questo è stato deciso, non resta che organizzare la protesta e verificare l’avvio di azioni legali nei confronti della Regione Campania. “Abbiamo sottoscritto – sottolinea il presidente di Unpli Campania, Tony Lucido – convenzioni con Anci, ministeri, enti, Unesco, Centri studi, ma dalla Regione Campania sembra siamo stati condannati all’ostracismo nonostante svolgiamo una funzione anche di supplenza nelle attività di promozione del territorio”.