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Rivolta di sindaci, associazioni, cittadini e sindacati contro l’atto aziendale dell’Asl di Avellino. Un atto a detta di molti troppo ragionieristico e che metterebbe a rischio ospedali importanti, come quello di Solofra e Sant’Angelo dei Lombardi. Dinanzi al “Landolfi” della città della concia si sono ritrovati in tanti per far sentire tutto il loro dissenso.

Cori e striscioni, c’è chi chiede le dimissioni della manager dell’Asl, la dottoressa  Maria Morgante. La Cgil chiede un incontro urgente per rivedere l’atto aziendale, visto che ci sono 25 giorni di tempo. I Comuni di Solofra e Sant’Angelo dei Lombardi fanno ricorso al Tar, Tribunale Amministrativo Regionale. Ma i primi cittadini Michele Vignola (Solofra), Mario Bianchino (Montoro) e Vito Pelosi (Serino), in maniera compatta, chiamano in causa anche il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca che, tra l’altro, è Commissario alla Sanità.

Il Landolfi è il fiore all’occhiello dell’Azienda Ospedaliera di Avellino”, commenta il sindaco di Solofra Michele Vignola “E’ impensabile pensare di penalizzare un nosocomio che serve ben 25 Comuni, quindi un bacino d’utenza di oltre 100mila persone. Questo soltanto se guardiamo il versante irpino. Ma il Landolfi è un ospedale che viene utilizzato anche dai comuni del salernitano. Tutto questo è veramente assurdo”.

Oltre al rischio chiusura del reparto ortopedia, non è chiara nemmeno la situazione sui 18 posti letto in psichiatria, oltre alle difficoltà sulla rete territoriale, in particolare per il centro diurno per malati psichiatrici di Solofra per cui sarebbe prevista la soppressione.

Siamo  qui per denunciare l’ennesima violenza al territorio – spiega Marco D’Acunto segretario di categoria della Cgil – i tagli con questo atto aziendale depotenziano l’offerta sanitaria pubblica in questo territorio. Tutto  quello che si doveva togliere è stato tolto ma quello che andava aggiunto è rimasto sulla carta.   In questo atto aziendale scompare la struttura di riabilitazione viene depotenziato tutto il servizio di chirurgia, la terapia intensiva neonatale resta sulla carta, il servizio di urgenza sconta problemi di carenza di personale medico e infermieristico. Chiediamo di aprire un tavolo con la direzione aziendale  sanitaria. Noi la strada di ricorso al Tar la vorremmo evitare , le chiusure da parte dell’Asl si possono superare solo dialogando e ci sono ancora i margini per farlo”.
Entro i prossimi 25 giorni l’Asl di Avellino dovrà ufficializzare gli indirizzi e le scelte contemplate nel piano ospedaliero.

Presente alla manifestazione anche la Lidu, lega italiana diritti umani, con il presidente, l’avvocato Rosaria Vietri, ed altri membri del comitato, tra cui Luigia Mastrangelo e Teresa Pompa. “Si tratta di provvedimenti inspiegabili che la direzione sanitaria è in procinto di prendere“, afferma la Lidu. “L’associazione non poteva non essere presente perché la salute è un diritto, costituzionalmente garantito, di ogni cittadino e la sua lesione è un atto grave ed inaccettabile, perché il polo ospedaliero di Solofra serve una vasta aria e un territorio con un’importante densità di popolazione e non è accettabile che casi di particolare gravità debbano essere spostati presso la struttura ospedaliera di Avellino, Moscati, il cui pronto soccorso è completamente al collasso, per non parlare di come il trasporto possa, in alcuni casi, essere fatale per il paziente che ha bisogno di cure immediate, ed è giusto che Solofra abbia le attrezzature necessarie ad assistere i malati. Il Comitato Lidu della provincia di Avellino, sarà vicino ai cittadini e alle istituzioni comunali, di Solofra, Montoro e Serino, ed tutti insieme ci prodigheremo affinché la tutela del diritto alla salute dei cittadini non venga leso”.