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Avellino – Settembre si è chiuso con tre vittorie, un pareggio e una sconfitta in Coppa Italia. E’ questo lo score del nuovo corso del Calcio Avellino SSD targato Gianandrea De Cesare. La truppa di Archimede Graziani, nonostante il pari di ieri, resta saldamente in testa al girone G a quota dieci punti. Ad oggi, però, non vogliamo analizzare i risultati sul campo. O meglio non del tutto.

L’imprenditore partenopeo oggi ha restituito al popolo irpino una cosa molto importante: l’entusiasmo. Dopo una lunga estate travagliata la gente d’Irpinia è tornata a sognare. In casa o fuori il seguito non è assolutamente da Serie D. Quattromila in casa. Centinaia in trasferta nel turno infrasettimanale contro l’Anzio (250 tifosi al seguito di mercoledì, ndr.). E soprattutto i quasi 1800 abbonamenti sottoscritti nel giro di tre giorni.

Oggi il popolo irpino riscopre la passione, l’amore ma soprattutto l’attaccamento al lupo. Quel simbolo tornato sulle maglie grazie all’associazione “...Per la Storia…” in sinergia con la società. Al di là di polemiche sterili, Avellino, ha riscoperto ciò che ha fatto sognare i nostri nonni o genitori. La magia del pallone che rotola sul manto verde. E non importa se la città o la provincia sarà costretta a vivere questo campionato di purgatorio. L’identità di un popolo che ha strappato gli applausi in tutta Italia non conosce categoria.

E’ vero il campionato di Serie D è lungo, snervante ma soprattutto difficile. Oggi, però, i calciatori e il tecnico posso contare su un fattore decisivo: il dodicesimo uomo in campo. Un fattore che fa venire la pelle d’oca agli avversari. In questo momento bisogna guardare dritto. Senza voltarsi indietro nel pensare cosa poteva essere o cosa non poteva essere. Non si vince perché ci si chiama Avellino, ma si vince dimostrando tutti di essere da Avellino. All’orizzonte c’è la sfida contro il Cassino. E’ tempo di riscattarsi sfruttando il fattore Partenio-Lombardi.