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Il Tribunale di Cremona ha assolto questo pomeriggio dall’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva, i tennisti Daniele Bracciali e Potito Starace e anche Roberto Goretti, ex direttore sportivo del Perugia Calcio. “Assolti perché il fatto non sussiste”. Una sentenza che ha il sapore della liberazione per il tennista cervinarese, che ad agosto 2015 fu radiato dalla Fit (Federazione Italiana Tennise) e condannato a pagare ventimila euro di multa “per aver alterato l’esito di alcuni incontri al fine di realizzare guadagni illeciti tramite scommesse”.

Fu assolto con formula piena dall’accusa dopo quattro gradi di giudizio (avendo il Collegio del CONI disposto la ripetizione dell’appello). In seguito la Procura della Repubblica fece rinviare a giudizio i due giocatori, e altre persone implicate, con l’ipotesi di “associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva”. Il processo confermò la sospensione dei tennisti, ai quali fu però consentita l’attività per tornei organizzati in ambito nazionale

Le tesi dell’accusa, basate su alcune conversazioni avute dagli imputati su Skype, sono state smontate in aula dalle perizie informatiche dell’ex comandate del Nucleo Speciale Frodi Telematiche Umberto Rapetto, che si sarebbero dimostrate determinati. E proprio durante il processo il testimone chiave che lo accusava ha ritrattato cambiando versione. 

Starace, ventisettesimo del ranking nel 2007 e due volte ai sedicesimi del Roland Garros, pone fine ad un calvario durato troppi anni che ne ha condizionato la carriera durante stagioni per lui assolutamente importanti.