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Benevento – Ce le siamo godute. Inutile girarci intorno. Ha ragione Inzaghi quando dice che sfidare squadre del calibro di Inter, Roma e Napoli ha un fascino particolare. Ce le siamo anche giocate, uscendo a testa alta soprattutto dall’Olimpico e dal derby con gli azzurri. Probabilmente avremmo meritato di ottenere qualche punticino, perché alla fine quelli contano davvero e la classifica racconta di un Benevento fermo a quota sei.

Ecco, proprio perché i punti sono tutto nel calcio, ad assumere un peso specifico rilevante saranno i prossimi due confronti contro Verona, in trasferta, e Spezia, al Vigorito. Due scontri diretti per la Strega, chiamata a tramutare in soldoni, per l’appunto, i complimenti e le belle prestazioni. Gli elogi fanno piacere ma le sconfitte pesano e spesso bruciano, proprio come quella maturata domenica contro la formazione di Gattuso.

Ai punti il successo del Napoli appare legittimo, nonostante il Benevento sia riuscito a tenere testa e a spaventare la detentrice di una Coppa Italia che per i sanniti prenderà il via mercoledì prossimo contro l’Empoli, con l’intento di ritrovare strada facendo proprio gli azzurri.

Tra la fine del primo tempo e l’inizio del secondo, tornando al derby, i partenopei sono stati tambureggianti, riuscendo a creare palle gol a iosa. Situazioni che hanno messo in apprensione Inzaghi, tanto da convincerlo a passare alla difesa a tre dopo appena otto minuti dall’intervallo. Una mossa che il tecnico, fatta eccezione la gara compromessa fin dall’inizio con l’Inter, si era riservato per il finale di gara. E se contro Sampdoria e Bologna aveva dato i suoi frutti, contro il Napoli ha probabilmente sortito l’effetto contrario. La squadra si è abbassata ulteriormente, lasciando in toto il pallino del gioco in mano agli avversari. E quando questi hanno classe e tecnica da vendere, alla fine è quasi inevitabile soccombere.

Il rammarico allora a cosa è legato? Alla prima mezz’ora e al finale di partita, quando il Benevento ha dimostrato di poter creare qualche grattacapo a Meret. Spezzoni di gara che torneranno utili, come torneranno utili carattere e voglia di non abbassare mai la testa, neanche davanti ad avversari più quotati. A patto, naturalmente, di mettere in cascina altri punti perché il calcio ruota intorno a quelli.