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Benevento – Le mani portate alla testa da Billong prima ancora che Vano toccasse il pallone del pareggio. Sono trascorsi 115 giorni da una scena che ci avrebbe fatto sorridere, se soltanto non fosse stata sportivamente drammatica (immagine in basso). Era il 10 novembre 2018, si giocava al Cabassi di Carpi e il Benevento aveva appena sciupato l’occasione di portare a casa tre punti d’oro facendosi rimontare un vantaggioso 2-0. Stiamo parlando della gara della svolta tattica, la prima con il 3-5-2 di partenza, modulo che da lì in avanti Bucchi non avrebbe più abbandonato, ma anche dell’ultima in cui la Strega è tornata a casa con due gol al passivo. L’ultima, sì, prima di quella giocata ieri a Livorno. Perché in mezzo ci sono stati oltre tre mesi contraddistinti da una invidiabile impermeabilità difensiva, fattore trainante e distintivo per una squadra che nel frattempo è riuscita a scalare la classifica. 

E’ sulla difesa che il Benevento ha fondato i suoi recenti successi, ed è una conseguenza che con la difesa deve venir fuori dalla prima batosta del girone di ritorno. Quella volta in Emilia la squadra giallorossa fu anche particolarmente sfortunata, visti gli infortuni di CostaDi Chiara e Letizia (nel finale)  che si sommarono alle indisponibilità dei lungodegenti Tuia e Antei. Toccò al giovane Sparandeo – passato a gennaio alla Viterbese – immergersi nella realtà della B a inizio secondo tempo. La scialuppa navigò nel mare tempestoso fino a cinque minuti dall’approdo in porto, poi Concas e Vano, appunto, la spazzarono via sul più bello. 

Centoquindici giorni senza subire due o più gol nell’arco dei novanta minuti sono tanti in un campionato come quello di serie B, imprevedibile e altalenante, così come va considerato con una certa attenzione il dato riguardante le reti realizzate. Era dal 16 dicembre (0-0 sul campo del Cosenza), che il Benevento aveva segnato almeno un gol a partita. Settantanove giorni, nove partite e quasi 850 minuti fa. Dal San Vito-Marulla in avanti gli attaccanti, i centrocampisti e i difensori giallorossi avevano centrato il bersaglio almeno una volta per match. Ieri questo non è successo e non è un caso che sia arrivato un bruciante ko.

Anche il dato dei tiri fatti e subiti è in controtendenza con quella che è la media degli ultimi tempi. Al Livorno ne sono stati concessi ben nove, di cui quattro nello specchio. Dall’altra parte i tentativi sono stati tre, di cui zero nella ripresa, quando sarebbe stato il caso di lanciare l’assalto alla rimonta. Invece il vento, più che parte della parola è stato parte del discorso. Traditore, non alleato. Al resto hanno pensato Diamanti e i suoi, imprendibili per un’ora e mezza o poco più. No, impossibile dare torto a Bucchi. Il suo Benevento all’Ardenza non si è proprio visto. 

Foto in evidenza: carpifc.com