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Un prigioniero d’oro, ma pur sempre un prigioniero. Di se stesso, per giunta, perché senza forzature il Benevento non se ne sarebbe mai privato. Gianluca Lapadula è rimasto imbrigliato nella rete del calciomercato e vede un rischio farsi sempre più possibile. Da qui a giugno (almeno) potrebbe scendere in campo solo con la maglia della nazionale peruviana, per provare a staccare il pass per Qatar 2022, impresa che lo renderebbe ancora più celebre in Sud America

Sarà, ma al momento nell’altro emisfero le cose vanno in maniera diversa. Sulla carta tante pretendenti sembrerebbero interessate al suo cartellino, ma di concreto non c’è nulla. Nei giorni scorsi, specialmente alla notizia di una rottura col Benevento sancita dalle parole di Fabio Caserta in conferenza stampa, sembravano tante le destinazioni possibili. Ai nomi di club di serie A quali Sampdoria, Cagliari, Lazio e Venezia (ultimo in ordine di tempo) si sono aggiunte voci dal Brasile, con Fluminense e Corinthians pronti ad affondare il colpo nella speranza di uno sconto che il Benevento non è in alcun modo intenzionato a riservare. 

La crepa tra la punta classe ’90 e la società ha indispettito la dirigenza con a capo Oreste Vigorito, che stabilisce condizioni incontrovertibili per nulla vicine a una banale rescissione. Chi vuole Lapadula deve pagarlo al prezzo stabilito dal Benevento. Interamente, oppure nell’ingaggio in caso di prestito semestrale. Altrimenti il giocatore resterà nel Sannio senza la speranza di collezionare alcun minuto, anche perché nel frattempo dal mercato è arrivato il sostituto Francesco Forte

Una rottura insanabile che potrebbe causare danni a entrambe le parti, seppur di natura diversa. Tecnico a Lapadula, che verrebbe privato della possibilità di giocare in uno dei momenti migliori della sua carriera. Economico al Benevento, che non cedendo a ricatti o compromessi pagherebbe poco meno di un milione (850mila euro) in sei mesi a un giocatore fuori rosa e dunque inutile ai fini dell’obiettivo serie A. Figlio di un calcio sempre meno fedele alla sua natura, sarà un tira e molla senza vincitori né vinti. Ed è forse proprio questo l’aspetto più triste dell’intera vicenda.