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Il giorno tanto atteso sarà domani. Vincenzo Spadafora, con il placet del premier Giuseppe Conte, si pronuncerà sulla ripartenza dei campionati. Salvo cataclismi, il ministro dello Sport concederà il proprio ok sul ritorno in campo ma lo farà stabilendo paletti precisi. Il più importante è stato anticipato attraverso una nota stampa dal Comitato Tecnico Scientifico e riguarda l’obbligo di quarantena in caso di positività al covid-19. Inizialmente si pensava all’isolamento per il solo contagiato e invece il cts ha tenuto a precisare che, in tal caso, a finire in quarantena per 14 giorni sarebbe l’intera squadra. Una decisione che ha spiazzato i club.

La palla passerà dunque alla Federazione e alle Leghe. Quella di serie A per venerdì, ha già indetto l’assemblea per discutere del calendario e dei diritti televisivi. Saranno proprio questi ultimi, oltre alla necessità di evitare ricorsi e contro-ricorsi, a spingere vertici federali e club a tornare ugualmente in campo nonostante l’imprevisto che sembrava essere (erroneamente) superato.

Insomma, i campionati proveranno a ripartire e lo faranno dal 13 o dal 20 giugno, per quanto riguarda la serie A. L’idea sarebbe quella di iniziare il 13 con i recuperi e poi, una settimana dopo, rivedere tutte e venti le compagini darsi battaglia sui campi da gioco.

Anche il calendario, tuttavia, presenta un interrogativo che andrà chiarito. I calciatori, infatti, si sono opporti all’idea di dover giocare alle 16:30, dando invece il loro consenso per le altre due fasce (18:45 e 21). Le televisioni, però, impongono l’obbligo di giocare in tre orari differenti, proprio per questo si era pensato di spostare in avanti di mezz’ora lo start di ciascuna fascia ma eventuali partite in calendario alle 21:30 creerebbero problemi di rientri.

Ai grandi guarda con interesse la cadetteria. Uno stop della serie A pregiudicherebbe il ritorno in campo della B che, invece, progetta di disputare la prima partita tra il 20 e il 27 giugno (si valuta anche l’ipotesi infrasettimanale del 23). Si andrà avanti fino al 20 agosto, quando si disputerà la finale dei play off. Oltre cento partite ancora da giocare ma sui tempi programmati incideranno, a questo punto, eventuali casi di positività. Bisognerà, insomma, accettare la quarantena per non mandare in… quarantena l’intero movimento calcistico italiano.