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Benevento – Prima conferenza stampa per Fabio Cannavaro. Domani il neo tecnico del Benevento farà il suo esordio europeo e italiano in panchina. L’ex campione del mondo e pallone d’oro ha parlato alla vigilia dell’impegno di campionato contro l’Ascoli, in programma domani (ore 16:15) al “Ciro Vigorito“. Queste le parole del successore di Fabio Caserta, in vista della sfida con i bianconeri di Cristian Bucchi.

Impressioni – Abbiamo fatto una settimana di lavoro, cercando di non cambiare tanto, di non dare tante informazioni. Ho cercato di avere un ambiente sereno, al di là di quello che ci circonda e si dice all’esterno. Di avere dei ragazzi concentrati.

Debutto – Sono andato via tanti anni fa dall’Italia, ho girato e visto un calcio diverso, meno fisico e più tecnico. Alla fine si cerca di trasmettere le proprie idee. La novità è il “messaggio diretto”, in passato ero abituato ai traduttori e questo mi piace.

Scelte – A me non piace dare la formazione a inizio settimana. Ho trovato una squadra allenata, che aveva le sue caratteristiche. Non devo azzerare quello che c’è stato in passato. Cerco di mischiare perché il campionato è lungo, ci sarà bisogno di tutti e cerco di dare un concetto di base a tutti i calciatori. La formazione la comunico alla riunione di mezzogiorno. Non sono stupido, so che ci sono calciatori di esperienza, alcuni fuori forma ma, rispetto al passato, ho un vantaggio che sono le cinque sostituzioni. Bisogna far capire ai giocatori che a volte è meglio giocare mezz’ora al meglio che novanta minuti in sofferenza.

Nazionali – Sono rientrati, stanno bene, un po’ delusi per i risultati ma sanno bene che quando tornano si devono dimenticare della Nazionale. 

Schiattarella – Lo abbiamo visto a Brescia, quando le distanze erano quelle giuste ha tenuto botta. Quando gli spazi sono iniziati a essere diversi è andato in difficoltà. Non ho la bacchetta magica, non posso pensare di risolvere tutti i problemi in una settimana. Ho avuto grande disponibilità da parte di tutti e questo è importante.

Modulo – Abbiamo provato due sistemi di gioco. Il 4-3-3 è un sistema che loro hanno e una rispolverata va bene. Se sono passati a cinque è una questione di sicurezza. So che abbiamo fatto pochi gol, per farne di più dobbiamo avere una gestione diversa e portare più uomini avanti. Abbiamo lavorato su quello, occupando l’area in maniera diversa e sapendo di doverci prendere qualche rischio. Mi piace che i ragazzi che non abbiano paura, ho fiducia nei miei difensori anche in eventuali uno contro uno.

Attacco – Ognuno di noi ha delle preferenze, per fortuna ho varie possibilità a disposizione. Dipende dalla situazione, in base a quello uno si può divertire. Mi piace avere gente avanti che fa movimento e sappia giocare con i compagni. Se la squadra va sotto pressione dobbiamo avere la possibilità di tirarla addosso all’attaccante e salire. Mi è piaciuto l’aspetto dell’attenzione che hanno messo i ragazzi nell’allenamento.

Farias e Ciano – Sono due giocatori di qualità, di categoria e che dobbiamo ritrovare a livello fisico. Farias lo conoscente, è un brasiliano, ogni tanto soffre di saudate, di affetto. Io ho bisogno di tutti e l’aspetto fisico è importante. Sono due giocatori che dobbiamo ritrovare. 

Emozione – Fortunatamente vengo da otto anni che alleno, non sarà la prima partita. Mi fa piacere essere tornato a casa, le emozioni cerco di tenerle all’interno e non farle vedere.

Riconquista – A me piace il fatto di essere aggressivo, il concetto è cercare di attaccare in avanti per ridurre spazio e tempo all’avversario. Dipende dalle caratteristiche dei giocatori e dall’aspetto mentale e io devo lavorare lì. Mi piace avere giocatori pensanti.

Glik – Rispetto agli altri è meno abituato ad andare in fascia, però a volte si pensa che nelle uscite da dietro ci sono giocatori con qualità tecniche diverse. A me piace più centrale per una questione di struttura fisica. Tutti sono abituati a giocare a tre o quattro, a me piace che ragionino tutti alla stessa maniera. 

Ascoli – Ho visto, forse cambieranno sistema ma le caratteristiche sono quelle. Sicuramente dovremo stare attenti alla velocità degli attaccanti e non perdere palla sulla trequarti. Come tutte le squadre hanno pro e contro, dovremo essere bravi noi a essere squadra, a pressarli, a metterli in difficoltà.

Ambientamento – Mi è piaciuto l’entusiasmo della città, l’accoglienza. Mi piace un po’ meno l’euforia. Il mio arrivo è qualcosa di bello ma non vuol dire serie A già domani mattina. So che sembrano frasi fatte, invece è la realtà. Dobbiamo pensare di partita in partita, l’entusiasmo non si deve trasformare in pressione ma in uno stimolo a fare bene.

Esperienza – Abbiamo tante brutte abitudini in Italia come il ritiro obbligatorio, il silenzio durante l’allenamento. Negli anni abbiamo esasperato certi concetti e perso il gusto di giocare al calcio, a differenza di quello che succede all’estero. A me piace un ambiente allegro, avere giocatori che non vanno in ritiro e restano a casa. Il calcio lo conosciamo e sarà il campo a dirci dove migliorare, dove lavorare e aggiustare. Ho visto tante immagine e domani sarà la prima volta che vedrò i ragazzi dal vivo. Se si divertono loro in campo, possiamo divertirci tutti, trovando equilibrio e continuità di risultati perché ci interessa arrivare il più in alto possibile.