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Benevento – Il futuro di Fabio Caserta non è mai stato così in bilico come dopo la partita con il Monza. Le parole di Oreste Vigorito al termine del match perso con i brianzoli sono parse eloquenti. L’ammissione di volersi prendere una pausa per riflettere sull’imminente futuro è la testimonianza di come, nella mente del numero uno, sia balenata l’idea di un ribaltone. Le prestazioni con Ternana e Monza non hanno soddisfatto dirigenza e tifoseria, sollevando interrogativi sulla gestione del tecnico di Melito di Porto Salvo.

Allo U-Power Stadium tante cose non hanno funzionato. La squadra è parsa svuotata e sfiduciata, segno di come il ritiro di Novara (inutile e tardivo) non abbia sortito gli effetti sperati. Le assenze di Glik, Barba e Forte hanno indubbiamente pesato come macigni, ma discutibile è stata l’intera gestione della gara, considerando soprattutto le sostituzioni effettuate. Senza idee e senza mordente, il Benevento ha visto sfumare l’ennesima occasione in un campionato bellissimo (a occhi esterni) ma dai bassi valori. Sembrano accorgersene tutti ora, quando invece era lampante da tempo. Quando la Strega ha vissuto i suoi momenti negativi, è sempre rimasta in corsa per demeriti altrui, più che per la forza di rialzarsi e correre in maniera forsennata.

Un’ammissione tardiva che ha portato alle riflessioni post Monza e che, a questo punto, segna inevitabilmente il futuro nel Sannio dello stesso Caserta. Una figuraccia in casa contro una Spal tranquilla porterebbe probabilmente a una rivoluzione anticipata per provare a giocarsi le ultime possibilità ai play off, togliendo alibi e scusanti alla squadra. In ogni caso, però, l’allenatore calabrese appare destinato a salutare in caso di mancata promozione. Solo la serie A potrebbe ribaltare uno scenario che appare oramai definito.

Il progetto triennale, al quale ha fatto più volte riferimento proprio Caserta, appare nuovamente traballare. Un film già visto dalle parti del “Ciro Vigorito”, dove per tutta la stagione si è preferito tenere un profilo basso, fissando nei play off il vero obiettivo stagionale. I fallimenti di Crotone e Parma, retrocesse insieme al Benevento, hanno rafforzato questa idea che, però, strideva con la presenza in rosa di elementi (e di stipendi) come Glik, Ionita e Lapadula.

La gestione del caso dell’attaccante italo – peruviano dovrebbe indurre a ulteriori riflessioni. Caserta si è sempre esposto in prima persona, lo aveva fatto a gennaio annunciando la rottura con l’ex Lecce, intenzionato a cambiare aria durante il mercato invernale. Si è ripetuto prima della gara con la Ternana, parlando di un infortunio che ha mandato in fibrillazione l’intero Perù, con tanto di smentite da parte del preparatore e di un compagno di Nazionale. Un capitale societario deprezzato, una risorsa tecnica inutilizzata per metà stagione e una situazione che ha contribuito a minare la serenità della squadra.

Campanelli d’allarme ignorati dalla società e dal direttore sportivo, pronto a prelevare Forte dal Venezia per non farsi cogliere impreparato ma incapace di trovare una soluzione a una situazione incandescente, tenuta a bada ma mai risolta. Il fuoco sotto la cenere è tornato ad ardere nel momento peggiore, inducendo allora riflessioni sull’operato anche di chi sembra godere di credito e fiducia illimitati. Ragionamenti, insomma, andrebbero fatti a 360 gradi, anche se il calcio vive di momenti ed è condizionato dai risultati. Un colpo di coda e l’immediato ritorno in serie A potrebbero cambiare il finale di una storia che appare già scritto. Almeno per Fabio Caserta.