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Benevento – Ad alcuni sembra di rivedere, volta per volta, la stessa e identica scena. Il pallone fuori di un soffio, il miracolo del portiere, il centimetro in più che fa la differenza. E soprattutto per Danilo Cataldi questo avvio di stagione si è rivelato una questione di attimi fuggenti. Contro la Roma, con il punteggio ancora fermo sullo zero a zero, il suo destro a giro terminò di un soffio a lato alle spalle di Allisson. Ieri è cambiato il piede ma non il destino dell’ennesima chance: cross di Lazaar, spizzata di Iemmello e nuova opportunità nel bel mezzo di una partita che lo ha visto figurare tra i migliori in campo. Appuntamento fallito, un’altra volta, con quel gol che per quanto dimostrato finora avrebbe meritato. Anche con la Fiorentina, guai a dimenticarlo, aveva colpito il palo con una bella conclusione da fuori area sull’1-0 viola, subendo un fallo netto non ravvisato nell’azione che ha portato al rigore su Babacar.

Ritorno al passato – Domenica un nuovo capitolo della carriera del numero 8 giallorosso sarà scritto. Al Vigorito arriverà la Lazio, squadra nella quale è cresciuto e di cui è stato anche capitano. Non è la prima volta che se la ritrova contro; accadde già lo scorso 15 aprile, a Marassi, quando vestiva la maglia del Genoa. In quel caso subentrò a Rigoni a poco meno di venti minuti dalla fine e a detta di molti tifosi biancocelesti esultò eccessivamente al gol di Pandev, nemico “giurato” dai tempi del trasferimento all’Inter. Vecchie ruggini unite a un gesto che ha dato origine a un nuovo trasferimento in estate e dunque all’approdo a Benevento, tappa che si spera ancora possa segnare l’auspicato percorso di crescita e redenzione. Questione di responsabilità, non di rivincite. Forse sì, di maledetti centimetri. Quelli che finora lo hanno separato dalla gioia più bella e che magari già con la Lazio potrebbero smaterializzarsi. D’altra parte è risaputo che il destino fa un po’ come gli pare.