All’esito di attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Benevento, gli investigatori della Squadra Mobile della Questura, alle prime luci dell’alba, con il concorso di unità cinofile della Polizia Penitenziaria hanno dato esecuzione a quattro misure cautelari disposte dal Gip del Tribunale di Benevento, di cui tre agli arresti domiciliari nei confronti di altrettanti soggetti di nazionalità italiana – un 41enne, un 42enne ed un 53enne – residenti nelle province di Benevento ed Avellino, ed una dell’obbligo di dimora nei confronti di un 32enne della provincia di Benevento. Inoltre, sono state deferiti in stato di libertà, sempre nell’ambito del medesimo procedimento penale, anche altri 5 indagati.
L’indagine ha preso avvio la sera del 5 luglio 2021 allorquando in Benevento – zona Rione Libertà – venivano esplosi alcuni colpi d’arma da fuoco nei pressi dell’abitazione di una donna, alcuni in aria ed uno contro la porta l’abitazione di un vicino della stessa, cagionando alla vittima un perdurante stato di ansia e profondo timore per la propria incolumità e per quella dei propri figli conviventi.
Effettivamente, gli investigatori della Squadra Mobile giunti sul posto, oltre a raccogliere le prime testiminianze, nel corso del sopralluogo avevano trovato conficcato nella porta d’ingresso all’abitazione un proiettile esploso da un’arma comune da sparo.
Nel corso delle attività investigative la Squadra Mobile veniva, altresì, a conoscenza di un altro episodio analogo avvenuto a breve distanza temporale dal primo in altro quartiere del capoluogo – Rione Ferrovia.
Verso le 2:30 di quella stessa notte, un uomo di corporatura robusta era stato visto scendere da una autovettura BMW di colore nero, guidata da altra persona, mentre impugnava un’arma esplodendo più di un colpo in direzione del balcone della cucina di un soggetto, successivamente identificato in uno degli odierni arrestati.
Al fine di cristallizzare evidenze probatorie a carico dei sospettati veniva svolta nell’immediatezza un’approfondita attività investigativa, con l’escussione di numerosi testimoni, che ha richiesto pure il ricorso ad intercettazioni telefoniche, ambientali, nonché a servizi di osservazione ed all’utilizzo di altre strumentazioni tecologiche e che ha cosentito di mettere in relazione i due fatti delittuosi.
Pertanto, all’esito delle prime indagini, il 42enne, immediatamente sottoposto anche ad esame STUB (acecrtamento tecnico volto ad individuare residui di sparo sulle mani dell’indagato) con esito positivo, veniva ritenuto gravemente indiziato del delitto di atti persecutori nei confronti della ex compagna, per l’incendio dell’autovettura della donna, avvenuto qualche giorno prima e scoperto durante le fasi investigative e per le gravi minacce perpetrate con un arma da fuoco, nonchè per porto illegale in luogo pubblico di un’arma da sparo con la quale esplodeva un colpo in aria e uno alla porta di ingresso dell’abitazione del vicino della ex, mentre il 41enne, il 53enne ed il 32enne venivano riconosciuti gravemente indiziati in concorso tra loro del delitto di minacce aggravate dall’utilizzo di un’arma, nonché per detenzione e porto abusivo della stessa perché, recatisi a bordo dell’autovettura BMW intestata ad uno dei tre, sotto l’abitazione dell’autore del primo episodio, evidentemente per reazione al precedente evento, lo minacciavano gravemente esplodendo diversi colpi d’arma da fuoco in direzione del balcone della cucina dell’abitazione, come rilevato in sede di sporalluogo dalla Polizia Scientifica.
Inoltre, sempre nel corso delle attività tecniche di intercettazione ambientale, nel mese di settembre 2021 veniva captata una conversazione all’interno di un’autovettura, nel corso della quale uno degli arrestati parlava con altri indagati di acquisto di stupefacenti e di successiva vendita al dettaglio.
Venivano quindi avviate indagini per il contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti e nel corso di alcuni servizi di osservazione gli investigatori della Squadra Mobile avevano modo di osservare come avvenivano le cessioni.
Infatti, in più occasioni venivano fermati alcuni acquirenti e sottoposti a perquisizione trovati in possesso di sotanza stupefacente.
Ancora, durante le investigazioni, veniva intercettata una converesazione nella quale vi era un vero e proprio accordo criminoso per commettere un delitto particolarmente grave.
Dopo diversi servizi di osservazione gli inquirenti riuscivano ad individuare un rudere ubicato in un luogo impervio, in aperta campagna a cavallo tra le province di Avellino e Benevento, ove il 41enne, il 53enne ed il 32enne arrestati quest’oggi, avevano occultato un’ingente quantitativo di sostanza stupefacente.
Al fine di interrompere il reato e con l’evidente finalità di acquisire ulteriori elementi di prova a carico degli indagati, di concerto con il P.M. titolare delle indagini, gli investigatori della Squadra Mobile facevano irruzione all’interno del rudere e rinvenivano e sequestravano 16 Kg di sostanza stupefacente del tipo marijuana.
Nel prosieguo delle attività investigative venivano acquisiti gravi indizi in ordine alla circostanza che detta sostanza era stata nascosta in quel luogo dai predetti soggetti per essere successivamente destinata alla vendita al dettaglio.
Lo stesso Giudice per le Indagini Preliminari ha ritenuto gli elementi probatori raccolti come chiari ed univoci ad individuare le diverse condotte delittuose, riconoscendo la sussistenza delle esigenze cautelari ed in particolare, di pericolo di reiterazione di analoghe condotte da parte degli arrestati.
Il provvedimento eseguito oggi è una misura cautelare, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione. I destinatari della stessa sono allo stato imputati e quindi presunti innocenti fino a sentenza definitiva.