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Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa a firma del segretario generale di Fp Cgil Benevento, Domenico Raffa.

Con una striminzita nota informativa sottoscritta dal Dirigente al Personale del Comune di Benevento, datata 26 gennaio 2024, l’Ente comunicava a ben nove dei suoi dipendenti i relativi trasferimenti presso altri uffici, in altre sedi, in alcuni casi anche con altre mansioni (da notare, tra l’altro, la a-sincronicità delle tempistiche ivi riportate, dal momento che il 26 gennaio, venerdì, si prescrivono 5 giorni di tempo per effettuare i dovuti passaggi di consegne entro il 29 gennaio, ossia in effettivi 4 giorni comprensivi dei festivi sabato e domenica, che riducono infine a due i giorni di decorrenza!!!). Più che una nota informativa, in effetti, sembrerebbe un tipico  atto d’imperio, nel merito e nel metodo, che ne supportano, a loro volta, l’evidente obiettivo epuratorio. Tipico di una gestione della macchina pubblica in mano ad alcune forme di autoritarismo totalitario  di novecentesca memoria, ove tutto avveniva per il volere di un capo assoluto, capace di servirsi della cosa pubblica usurpandone le finalità collettive da piegare solo ed esclusivamente a vantaggio del proprio personale potere. Altrimenti non si spiega, atti alla mano, la totale assenza di quei presupposti minimi ed essenziali (oltre che legali) che, dal ’46 in poi, hanno informato quell’ ordinamento democratico ancora oggi in vigore, seppur costantemente messo a repentaglio da più parti. Anche i meno avveduti comprenderanno le ragioni per cui, alla base di un qualsiasi atto pubblico, oltre ad una logica delle tempistiche ivi riportate, compaia la necessità di giustificarne la natura decisionale e, allo stesso tempo di compiere, preferibilmente, alcuni passaggi preliminari cadenzati e statuiti, propedeutici alla sua pubblicazione, come ad esempio, la verifica di qualche regolamento preesistente che ne accompagni la formazione, o anche (perché no?!) un momento di confronto con le parti coinvolte o le loro rappresentanze. L’ ABC del diritto amministrativo contemporaneo insomma, andato in frantumi nonostante  i trascorsi decenni di esperienza, di lotte, di confronti, e anche di sangue versato in lungo e in largo, per la conquista delle moderne libertà democratiche. Mai ci si sarebbe aspettato di vederne compromessi i presupposti proprio oggi nel 2024, per di più da una compagine politica che da quasi un secolo ama definirsi orgogliosamente moderata e figlia della palingenetica democrazia moderna.