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Benevento – Venti panchine con il Benevento, ogni volta una formazione diversa, variando modulo e/o uomini. Roberto De Zerbi ama l’imprevedibilità, ma il suo essere “camaleontico” non ha portato i frutti sperati alla causa giallorossa. I complimenti, qualche buona prestazione e pochi punti, quelli che alla fine dei conti servivano come il pane alla compagine sannita. A nove turni dal termine, compreso quello di recupero in programma domani contro il Verona, sono sedici le distanze da colmare e sono ben tre le squadre da scavalcare per non salutare la serie A. Una missione impossibile, alla quale farebbero fatica a credere anche i più inguaribili degli ottimisti.

Dopo il match con la Lazio, intanto, è tornato prepotentemente alla ribalta il tema formazione. In molti non hanno compreso il perché della scelta di tornare alla difesa a tre contro una delle squadre più brave ad attaccare la profondità con Immobile. Un errore commesso anche nella sfida di andata con lo stesso De Zerbi in panchina e pagato a caro prezzo all’Olimpico. Si dirà, volendo vedere il bicchiere mezzo pieno, che il Benevento per oltre un’ora ha tenuto testa alla formazione di Inzaghi, riuscendo anche a portarsi in vantaggio dopo il gol di Immobile. L’altra metà del bicchiere, tuttavia, racconta di un’espulsione di Puggioni arrivata proprio sulla giocata più temuta e di una Lazio che, nell’arco del match e anche senza brillare, ha sempre dimostrato un certo predominio sulla gara, come se i biancocelesti potessero colpire e fare male in qualsiasi momento.

A Roma, per la decima volta sotto la gestione del tecnico bresciano, la Strega si è schierata con la difesa a tre. Dall’esordio di Cagliari a sabato scorso, De Zerbi ha sempre cambiato formazione di partenza, anche dopo risultati favorevoli. Era successo dopo il pari col Milan e dopo la prima vittoria in A contro il Chievo, quando con la Sampdoria Puscas strappò una maglia da titolare a Parigini. Ci hanno pensato poi gli infortuni, le squalifiche e soprattutto il mercato a offrire nuove soluzioni da sperimentare. Sono entrati alla spicciolata nell’undici titolare Billong e Guilherme a Bologna, Djuricic a Torino, Sandro e Puggioni contro il Napoli. A Roma, nella trasferta successiva, De Zerbi era andato a un passo dal suo primo “en plein” in giallorosso ma l’infortunio di Cataldi lo costrinse a confermare dieci undicesimi della gara precedente più Viola. Contro il Crotone era stato poi il turno di Tosca, vittoria e ulteriori variazioni a “San Siro” contro l‘Inter: prima per Sagna e Giulherme al posto di Parigini. Le ultime tre gare con Fiorentina, Cagliari e Lazio sono storia recente e raccontano di altrettanti undici iniziali diversi tra loro. Venti formazioni differenti che non hanno però sovvertito la storia del Benevento.