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La candidata dei due mondi. Nunzia De Girolamo torna nel Sannio forte di “un’esperienza che dal punto di vista politico mi ha cambiato la vita”.

Inutile nasconderlo: esistono due Italie diverse” – puntualizza più volte la deputata berlusconiana, in corsa per la Camera a Benevento come a Bologna. Anzi, più a Bologna che a Benevento, considerato che nel listino emiliano occupa quella postazione da capolista che qui le è stata negata.

Doveva essere un esilio, si è rivelata un’opportunità. Magari dopo il voto ringrazierò la persona che la notte della presentazione delle liste ha utilizzato poco carinamente la sua manina”.

Fossimo in un romanzo di Manzoni parleremmo di provvida sventura.

Ma intanto la riconoscenza è tutta per Berlusconi: “Ora ho una visione più ampia dei problemi, Bologna mi ha cambiato. Sta per concludersi una delle più belle campagne elettorali della mia vita”.

Poi il racconto riprende: “In termini di servizi, infrastrutture, imprenditoria: è una realtà completamente differente quella che ho avuto modo di conoscere in queste settimane”.

Diverso anche il confronto quotidiano con i cittadini: “Mi fermavano per parlare di politica, di grandi temi, non per chiedermi la soddisfazione di un bisogno individuale”.

E dunque: “Serve una inversione di rotta”. “Se dalle nostre parti – aggiunge – la campagna elettorale è sinonimo di clientelismo è perchè le condizioni economiche e sociali sono quelle che conosciamo, ne sono consapevole. Ma da questa situazione non ne usciamo cedendo alla disperazione”.

Disperazione che per la De Girolamo nelle urne fa rima con grillismo. “Roma si è rivolta al M5S. Ora è la Capitale di topi, blatte e cinghiali. Non è scoprendo il bluff a cinque stelle che il Mezzogiorno si rialzerà. Il futuro del Sud cammina sulle nostre gambe, non sul blog di un movimento che tra pochi anni si scioglierà come neve al sole, così come accaduto a quel partito sorto sulle ceneri di tangentopoli e scomparso in un’ora, il tempo di una puntata di Report”.

Ma sul banco degli imputati trova spazio anche la classe dirigente meridionale. “E’ da oltre venti anni che non esprimiamo la guida del Paese. D’altronde, appena qualcuno si segnala per la propria bravura viene immediatamente tagliato. L’invidia e l’istinto all’autoconservazione da troppo tempo frenano la crescita del nostro territorio”.

Restano i valori, in conclusione, l’unico collante capace di tenere assieme i due mondi. I sei fondamentali per la De Girolamo sono riassunti in un documento buono per Bologna come per Benevento: etica, famiglia, lavoro, ambiente, cultura e normalità.

Questa carta valoriale segnerà il mio impegno futuro. Eletta deputata a 32 anni, nominata ministro a 36, capogruppo a Montecitorio, commissario regionale del partito: ho avuto già tanto dalla politica. Vado avanti per passione e per l’ambizione di lasciare a mia figlia un’Italia migliore di questa”.