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Diciassette firme (almeno) per convincere Clemente Mastella a ritirare le dimissioni. E’ il tentativo messo in campo dai capigruppo ‘mastelliani’ Molly Chiusolo e Giovanni Quarantiello per evitare lo scioglimento anticipato della consiliatura. La ‘caccia’ agli autografi, comunque, entrerà nel vivo solo nelle prossime ore. Prima ancora, Chiusolo e Quarantiello dovranno ‘cucire’ il documento di fine mandato. Vi troveranno spazio, in particolare, le occasioni che rischiano di andare perdute. Una volta messe nero su bianco le ragioni del non voto comincerà la ricerca delle firme. L’impresa, va detto, si annuncia ardua. Salvo clamorosi colpi di scena, non arriverà la firma dei consiglieri di ‘Patto Civico’. I quattro pattisti – Vincenzo Sguera, Marcellino Aversano, Luca Paglia e Luigi Scarinzi – si sono confrontati più volte nelle ultime ore. E nessuno di loro sembra voler cedere alle lusinghe arrivate e che arriveranno dagli sherpa della maggioranza. Al momento, a farla breve, “Patto Civico” non si smuove dalla posizione espressa il 14 gennaio scorso: “Nessun vincolo e sostegno – in caso di prosieguo della consiliatura – solo agli atti utili alla cittadinanza”. E senza Pc, una maggioranza vera e propria è possibile solo con “Cittadini Protagonisti”, il gruppo promosso da Claudio Mosè Principe e composto da Angelo Feleppa, Adriano Reale e Annarita Russo. Fu proprio la costituzione di questo gruppo, però, a innescare la reazione di Mastella e di conseguenza la crisi a palazzo Mosti. E persino nell’Italia del Gattopardo suona strano immaginare che la soluzione del problema sia il problema stesso. E dunque? Nelle ultime ore il partito del ‘non voto’ ha cominciato a sperare nel Partito Democratico. Le parole pronunciate oggi a Napoli dal governatore Vincenzo De Luca – “Benevento ha bisogno di continuità amministrativa” – hanno generato un cauto ottimismo tra quanti – in via Annunziata – vedono nel voto anticipato il male peggiore. Peccato che anche l’intesa ‘istituzionale’ sembra avere le gambe corte. Il Pd sannita, infatti, “deluchiano” non lo è stato mai. Anzi, dalle parti di corso Garibaldi, non è un mistero, si fa il tifo per Zingaretti e per l’accordo con il Movimento Cinque Stelle. Inoltre, la pronta presa di posizione del segretario Carmine Valentino (leggi qui) rispetto a quanto accaduto oggi nella città partenopea sembra volta proprio a smentire ogni ipotesi ‘inciucista’. La strada, dunque, resta stretta. La sensazione è che non saranno gli altri a far cambiare idea a Mastella. Che non sta a significare, attenzione, che Mastella non possa cambiare idea. D’altronde restano nove giorni al momento della verità: una eternità.