- Pubblicità -
Tempo di lettura: 4 minuti

Benevento – Il sogno è partito da Foglianise, il paese che gli ha dato i natali. Di tanto in tanto, Mauro Coppolaro, vi fa ritorno per godersi la famiglia. La notorietà non lo ha condizionato, lo status di calciatore professionista neppure. E’ un ragazzo di grandi valori, Mauro, così lo descrivono tutti quelli che hanno il piacere di conoscerlo. Un sannita orgoglioso che venerdì sera affronterà la squadra della sua provincia vestendo la maglia del Venezia. Sarà una notte particolare per lui, ma non solo. A Venezia ci sarà anche chi lo ha indirizzato verso il “calcio dei grandi”, ovvero Mario Di Dio (nella foto insieme al difensore), suo allenatore ai tempi della scuola calcio “Di Dio Team”. Nei giorni scorsi una telefonata ha raggiunto il suo cellulare: “Sarei onorato ci fossi anche tu a vedere Venezia-Benevento, ti aspetto”. Deve essere andata più o meno così. E il suo ex allenatore ha risposto entusiasta. 

Sull’edizione odierna de Il Sannio Quotidiano, Coppolaro ha ripercorso le tappe di una carriera che in realtà ha ancora tantissimo da dire, citando tra le cose più importanti proprio l’esperienza nel settore giovanile della scuola calcio frequentata da bambino. Già a quel tempo era ben chiaro che la strada verso il professionismo per uno come lui sarebbe stata meno in salita. A confermarlo è proprio Di Dio: “Mi fu chiaro fin da subito che aveva doti particolari. Nel corso di un torneo giovanile nel 2009 la Reggina lo adocchiò e lo volle con sé. Da lì in avanti le soddisfazioni si sono moltiplicate. La maglia da titolare con l’Under 20 azzurra, la fiducia dell’Udinese, questo prestito al Venezia che ritengo molto formativo. Il ragazzo secondo me farà ancora tantissima strada”. 

Ora la sfida con il Benevento, non una qualunque: “Proverò una particolare emozione nel vederlo sfidare i giallorossi. Il mio cuore sarà diviso a metà, sono un grandissimo tifoso del Benevento. Spero che la Strega vinca ma che allo stesso tempo Mauro faccia una grande partita. A lui auguro il meglio perché è un ragazzo genuino, oltre che di talento. E’ un calciatore che non ha mai dimenticato le sue origini. Nel tempo libero, quando torna a Foglianise, aiuta i genitori a portare avanti la loro attività. La sua famiglia ha un forno, e non è raro vedere Mauro accompagnarli nella consegna del pane. Ditemi se questo non è un grande segno di umiltà”. 

Mario Di Dio, che ora gestisce una scuola calcio a Montecalvo Irpino, ha una sua idea sul modo di far uscire il calcio italiano dalla crisi: “Coppolaro è un esempio di come intendo io il calcio. Gli aspiranti calciatori devono pensare prima alla scuola e poi allo sport. Chi non va bene a scuola per me non può giocare a calcio perché l’istruzione è fondamentale per il futuro di ognuno di loro. Noi abbiamo ideato un premio chiamato “la pagella d’oro” con il quale premiamo chi ottiene i voti migliori. Solo dopo si può pensare a fare bene in campo, che pure è una cosa importante, ma mai come la cultura e i valori della vita”.

La “missione” di osservatore condotta negli ultimi anni ha permesso all’istruttore sannita di conoscere le diverse realtà del nostro calcio: “Mi piace sottolineare quanto bene sta facendo il pescara, che cura tantissimo l’attività del vivaio grazie all’esperienza del responsabile del settore giovanile, Giuseppe Geria. Porterò cinque ragazzi in Abruzzo per sottoporli alla visione dei suoi tecnici che sono tra i migliori a livello nazionale. Spero che qualcuno possa ripercorrere le orme di Coppolaro o fare bene come Palmiro Di Dio, che inanellò 12 presenze con la Reggina di Mazzarri e che adesso gioca in Svizzera”.  

Si ringrazia “Il Sannio Quotidiano” per la foto