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In merito all’accoglimento del ricorso presentato dalla Regione Campania da parte del Tar che ha determinato lo stop al dimensionamento scolastico, con norma rimessa alla Corte Costituzionale per una verifica di legittimità, si registra l’intervento del presidente regionale di ANPCI Campania Zaccaria Spina.
Siamo oltremodo soddisfatti della pronuncia del Tar Campania – sostiene Spinaanche perché sull’argomento ci siamo espressi in più circostanze su vari livelli. Ne abbiamo discusso sia nel corso di un direttivo regionale ANPCI, sia nella riunione del tavolo istituzionale delle Autonomie Locali presso la Prima Commissione consiliare del Consiglio regionale della Campania insieme al presidente Peppe Sommese, deliberando infine come Giunta della Comunità Montana del Fortore. In tutte le sedi abbiamo stigmatizzato una scelta che rischia di depauperare il sistema scolastico in generale ed isolare ulteriormente le piccole realtà delle aree interne. Chiarendo che si tratta di una sospensiva e come tale è impugnabile da parte del Governo, siamo dinanzi, in ogni caso, ad una pronuncia molto importante – prosegue Spinae ci auguriamo che questa decisione possa essere presa come spunto dalla politica per una rivisitazione della norma al di fuori delle sedi giudiziarie”.
Abbiamo avuto da sempre a cuore l’argomento – sottolinea Spina e difatti ne abbiamo discusso ripetutamente in tutte le sedi opportune. Il 22 marzo scorso, al tavolo istituzionale delle Autonomie Locali, era stata ribadita, all’unanimità, la contrarietà al dimensionamento scolastico approvato nell’ultima Legge di Bilancio dal Governo Meloni ed è emersa chiaramente la drammaticità della scelta sia per le aree interne, così come pure il danno arrecato alle aree metropolitane”.
Avevamo altresì denunciato – conclude il presidente regionale ANPCI – il rischio di penalizzazione dell’organizzazione scolastica sull’intero territorio nazionale ed in particolare per le regioni del Sud e per la Campania in seguito al passaggio, previsto dal suddetto piano, dagli attuali 600 a 900/1000 studenti da assegnare a ciascun istituto“.

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