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Benevento – È stato fissato per giovedì 29 settembre, dal giudice Pietro Vinetti del Tribunale di Benevento, l’interrogatorio di garanzia nei confronti di Fabio Graziano, il 42enne di San Giorgio del Sannio, accusato per il reato di lesioni aggravate, in corso di esecuzione insieme a suo fratello Angelo Graziano, 33 anni. I due erano finiti nei guai a seguito di una mirata attività d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Benevento, dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Mirabella Eclano e della Stazione di S. Giorgio del Sannio.

I due fratelli Graziano, nella giornata di mercoledì 21 settembre, erano stati raggiunti da un’ordinanza di applicazione di due misure cautelari personali, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Benevento su richiesta della locale Procura, in particolare la misura degli arresti domiciliari nei confronti di Angelo Graziano per i reati di omicidio preterintenzionale, lesioni aggravate e truffa aggravata, già eseguita, e quella dell’obbligo di dimora nei confronti di Fabio Graziano per il reato di lesioni aggravate, in corso di esecuzione.  Domani davanti al Pm, Assunta Tillo e la dott.ssa Maria Colucci l’uomo, difeso dall’avvocato Raffaele Scarinzi, è deciso a  far valere le proprie ragioni respingendo tutte le accuse mosse a suo carico.

LE INDAGINI

Le indagini della polizia giudiziaria hanno preso il via alla fine del marzo 2021, dopo la denuncia dei fratelli della donna deceduta. L’attività investigativa ha fatto emergere una serie di indizi nei confronti dei due sedicenti medici che, secondo gli inquirenti, approfittando della vulnerabilità dei loro numerosi “pazienti“, per lo più intimoriti da patologie immaginarie che loro stessi avevano diagnosticato empiricamente, non si sarebbero limitati a prescrivere medicinali e/o rimedi che sostenevano essere naturali, ma avrebbero anche praticato trattamenti pseudosanitari e pseudoterapeutici.

Per la Procura di Benevento tutto avveniva con un unico obiettivo: assicurarsi vantaggi economici. I due fratelli “esercitavano” nel Sannio, ma attiravano pazienti anche da altre aree geografiche. In particolare, – scrive in una nota il procuratore Aldo Policastro – proponevano un modello di cura specificatamente diretto, a loro dire, alla cura di malattie oncologiche, avvalendosi della collaborazione di un luminare tedesco esperto della “medicina naturale”. Non solo: praticavano trattamenti per endovena e autotrasfusioni ematiche, con metodiche artigianali e con miscele dannose per la salute, provocando, in un caso, la morte di una donna di 54 anni che stava in buone condizioni di salute e che non soffriva di alcuna patologia tale da rendere necessarie terapie invasive e, a maggior ragione, terapie non scientificamente validate. Il gip di Benevento, che ha ritenuto sussistere i gravi indizi di colpevolezza, ha accolto le richieste della Procura relative all’applicazione delle misure cautelari personali nei confronti dei due sedicenti medici che non hanno smesso di “esercitare” neppure dopo un sequestro preventivo dell’appartamento che avevano adibito a “studio medico”, sequestro anch’esso disposto dal gip sempre su richiesta della Procura che ha ipotizzato, in quell’occasione, l’esercizio abusivo della professione sanitaria.