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I fatti del Meomartini, teatro della seminfinale di ritorno del Campionato U17 Elite Regionale, tra la Grippo e lo Sport Village, sono ancora stretta attualità, stanno facendo parlare. Il tutto specie dopo il racconto di una dirigente della società partenopea che ha alzato un polverone tra accuse di cori razzisti e aggressioni subite.

Una storia che meritava di avere il riscontro della parte accusata ed è bene sottolinearlo per evitare equivoci: nella storia raccontata non entra mai la società beneventana che, anzi, è stata elogiata per l’accoglienza. Il mirino è stato puntato verso gli spettatori di fede sannita presenti sugli spalti del Meomartini. In un normale contraddittorio, è giusto dare spazio al botta e risposta. Difficile quando il confronto è tra una società e un gruppo di persone. In quel caso bisogna attendere che siano le campane a farsi sentire per dare fiato alla propria voce. E, per fortuna e per amore della cronaca, questo è accaduto.

Tempo qualche giorno e dopo l’accusa, arriva la risposta di un gruppo di genitori beneventani che hanno preso parte alla sfida e rigettano completamente le accuse subite dando la propria versione dei fatti.

C’erano animi molto surriscaldati – comincia questo gruppo di genitori – e indubbiamente le cose non sono andate come dovrebbero andare quando si assiste a una gara di calcio giovanile. Ma il racconto della dirigenza partenopea, già salita alla ribalta nazionale per comportamenti poco educati (è in rete un video di scontri tra genitori andato in onda a ‘Le Iene’ nel corso della partita Under14 tra Barano e Sport Village, ndr), è unilaterale e non ci sta bene. Nei video di cui parlano manca tutta una parte fatta di minacce e comportamenti irrispettosi. C’è solo la reazione di ragazzi giovanissimi e qualche adulto, ma manca l’azione precedente. Non c’è la parte del lancio della torcia in campo con tanto di arrivo degli stewards e di nostro intervento per cercare di tenere gli animi tranquilli perchè erano presenti tanti giovani. E non c’è alcun razzismo, anzi quando abbiamo sentito qualche parola fuori posto, abbiamo cercato di zittire i ragazzi per evitare problemi. Qualche coro goliardico c’è stato, ma anche dall’altra parte. Come mai non è stato raccontato che al loro gol, l’autore è venuto dalla nostra parte facendo gestacci”.

Indubbiamente si tratta di una storia che lascia amaro in bocca.

“Probabilmente le persone presenti sugli spalti del Meomartini hanno visto tanti giovanissimi e pochi adulti e hanno pensato di poterne approfittare agendo come meglio volevano. E’ vero, non c’erano tanti adulti, e abbiamo cercato di evitare che prendessero il sopravvento come stavano cercando di fare. Hanno alzato un polverone con le dichiarazioni di questa dirigente ma non ci va che passino per le vittime di turno. E’ una brutta storia, è vero, non sono mai belle cose, specie quando si parla di giovani, ma le responsabilità, se ci sono, non sono solo da una parte come vogliono far credere. Non hanno raccontato, infine, che nel momento di lasciare lo stadio, un’auto di grossa cilindrata bianca è partita a forte velocità in mezzo a tanti ragazzi rischiando di fargli del male e urtando le altre auto parcheggiate lungo la strada. Questo pezzo nel loro racconto manca”.

Benevento è una città tranquilla, non sono mai successe cose del genere a differenza della società avversaria della quale si è parlato a livello nazionale. Questo non significa poterne approfittare e cercare di prevaricare un gruppo di persone, giovane peraltro, che voleva solo spingere la propria squadra alla vittoria”.