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Benevento- L’inno nazionale, l’alzabandiera, il picchetto armato e la deposizione della corona da alloro. Poi la bandiera tricolore che scende dal palazzo del Governo. Tutto secondo copione ma con la solita emozione tradita da nostalgici e da qualche giovane leva. 

E’ la festa della Repubblica, un 2 giugno che segna il 73esimo anno da quella data in cui l’Italia scelse. Ed oggi si gode le grandi conquiste di quella presa di posizione: “La nostra Repubblica compie settantatre anni che è meno dell’età media di una persona – ha dichiarato il prefetto Cappetta. Tante sono le conquiste che meritano menzione: il suffragio universale, il voto femminile, le donne che lavorano e fanno carriera, l’industrializzazione, la riforma fondiaria e quella sanitaria che resta un modello, la riforma della scuola che ha combattuto l’analfabetismo, lo statuto dei lavoratori. Tutto ciò è un patrimonio nostro, figlio della democrazia”.

Come per il prefetto Cappetta, anche per Antonio Di Maria si è trattato dell’esordio da presidente della Provincia: nella sua Allocuzione davanti al Monumento ai Caduti per il 73° anniversario della Repubblica, ha voluto ricordare il connotato politico ed istituzionale fondamentale di quella pagina di storia del Paese: il 2 e 3 giugno 1946, per la prima volta, tutti i cittadini italiani, finalmente senza alcuna distinzione di sesso e di censo, poterono liberamente e democraticamente votare. “La nostra Repubblica”,  ha aggiunto Di Maria,  “ha dovuto fare i conti subito con il problema della ricostruzione morale, civile e materiale del Paese, piagato dalle spaventose ferite della guerra, come proprio questa Città di Benevento dimostra”.

Il vice sindaco di Benevento, Mario Pasquariello dopo i saluti istituzionali ha messo in risalto l’importanza di questa data: “Una giornata suggestiva che risalta gli ideali di libertà, quando gli italiani scelsero la Repubblica per ripartire. Oggi conserviamo la memoria ma guardiamo al futuro con l’orgoglio di essere italiano nonostante le differenze tra Nord e Sud ancora abissali”.