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Benevento – Si adagia su una superficie di 61 chilometri quadrati, eppure il piccolo stato di San Marino è una sorta di ‘fil rouge’ che unisce i destini di alcuni tra i protagonisti di Fiorentina-Benevento

C’entrano Prandelli, Maggio, Sau e Bonaventura. Ma se vogliamo anche Lapadula, che prima di cercare fortune con la nazionale peruviana ha vissuto un piccolo sogno azzurro. Piccolo quanto San Marino, è il caso di dire, a cui segnò addirittura una tripletta. 

Di Jack Bonaventura nel Sannio si è discusso a lungo. Il tira e molla per un suo approdo al Vigorito ha infiammato l’estate giallorossa, al punto da spingere il direttore sportivo pasquale Foggia a dichiararsi apertamente: “Sarei disposto ad andare a prenderlo a piedi per portarlo in braccio fin qui”. Non bastò. Jack alla fine scelse la Fiorentina. Addio Strega e addio Inzaghi, che lo aveva allenato nella sua esperienza al Milan.

Ma cosa c’entra San Marino in tutto questo? Occorre tornare alla notte del 31 maggio 2013, quando al Dall’Ara la selezione della piccola repubblica incastonata tra le province di Rimini e Pesaro-Urbino affrontò gli azzurri di Cesare Prandelli. Maggio, alla ventiquattresima presenza con la Nazionale, figurava nell’undici titolare come Bonaventura, al suo debutto assoluto. Il centrocampista viola uscì dal campo al quinto della ripresa per far posto a Marco Sau, anche lui all’indimenticabile esordio in azzurro. Per il sardo è rimasta quella l’unica presenza con nazionale italiana, mentre Bonaventura in sette anni ne ha messe in fila altre 13, che rappresentano comunque un bottino magro se rapportate alle aspettative. 

Prandelli, che ha ritrovato Bonaventura a Firenze pochi giorni fa, ai campionati del mondo svolti in Brasile l’anno successivo non avrebbe portato nessuno di loro. Chi ci andò più vicino fu Maggio, pre-convocato ma scartato al momento delle scelte definitive. Gli fu preferito Ignazio Abate, che pure al Sannio è legato dalle origini santagatesi. Ma questa è tutta un’altra storia, lui domenica al Franchi non ci sarà.