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Benevento – “Il nuovo sport nazionale, in Italia, sembra essere diventato quello di prevedere sempre nuovi provvedimenti, oserei dire, punitivi del settore svapo”. Così Arcangelo Bove, Presidente Unas nonché fondatore del fortunato marchio di sigarette elettroniche Svapoweb. 

L’imprenditore sannita ha voluto così commentare le indiscrezioni secondo le quali l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli avrebbe depositato un proprio emendamento in Senato, alla nascente legge di Bilancio, avente ad oggetto un significativo rincaro fiscale a carico dei prodotti del settore.

Il nostro settore – ha esordito Bove – è composto da operatori che principalmente si muovono nel rigoroso rispetto di rigide norme e di rigidi protocolli.
Siamo schiacciati dalla burocrazia, da un mare di adempimenti, da stringenti controlli, dalla scrupolosa attenzione a parametri vari e sempre nuovi.
Tutto questo, in termini di risorse umane ed economiche, grava sul groppone degli imprenditori che, con sede sul territorio nazionale, versano regolarmente le somme al Fisco e sono fonte di importanti possibilità occupazionali.
Allo stesso tempo, gli Organi preposti, però, sembrano non avere medesimo atteggiamento di attenzione, nonostante la vigenza di precise norme, alla condotta di venditori che si sono collocati al di fuori del suolo italiano ma che invadono commercialmente il mercato nazionale con modalità d’azione che sembrano configurare chiaramente il reato di contrabbando.
Condotte che eludono il Fisco, che vengono poste in essere attraverso spedizionieri che agiscono indisturbati.
Che configurano una concorrenza più che sleale, che indeboliscono noi operatori leali, che mettono a rischio posizioni di lavoro.
Attività che mettono a repentaglio la salute dei consumatori dal momento che i prodotti che questi soggetti immettono sul mercato – e che arrivano nelle nostre case attraverso ben noti e più volte segnalati siti web – non seguono gli stretti procedimenti per quel che attiene il rispetto e la sicurezza della salute. Ebbene, non si può tollerare questo gioco dei due pesi e delle due misure. Questo tartassare gli uni e tollerare altri. Ma non è tutto.
È inammissibile che un Organo statale proponga misure che penalizzano l’imprenditoria italiana a favore, di fatto, dei competitor esteri.
Mentre in altri Paesi, infatti, si veda la Francia, lo Stato favorisce il settore dello svapo consentendo allo stesso di affacciarsi anche sul mercato italiano, noi, in un sadico gioco di autolesionismo, non facciamo altro che creare danno all’imprenditore nostrano. Facendo il gioco della concorrenza comunitaria.
E questo, lo ripeto, per mano di quello stesso Stato che ci dovrebbe tutelare.
Un vero e proprio boicottaggio interno, un vero e proprio masochismo. Già feriti
 – insiste Bove – da tutto questo, ci vediamo insultati – ora – da una proposta che mira ancor di più ad esasperare il gravame fiscale.
Piuttosto che incentivare il consumo di tali prodotti, in quanto scientificamente riconosciuti come meno dannosi rispetto al fumo di sigarette, si vagliano provvedimenti incomprensibili, dalla visione assolutamente cieca.
Vorremmo comprendere la “ratio” che vive alla base di tale evidente accanimento.
Di questo perseguire 
– conclude Bove – quanti hanno la sola colpa di agire secondo lealtà e trasparenza”