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Benevento – Lo diciamo da subito, le parole di Pietro Iemmello non sono convincenti. Era lecito aspettarsi un passo indietro dopo quel dito medio esibito al settore ospiti, ma lui ha preferito farne due in avanti. Non solo ha negato di essersi rivolto ai tifosi giallorossi con il più classico dei ‘no look’ (le immagini lo incastrano), ma qualche ora dopo ha postato sul suo profilo Instagram anche l’episodio da lui contestato nel secondo tempo, quando il pallone è carambolato sul braccio destro di Costa durante una sua incursione in area. Nel mezzo, un paio di dichiarazioni polemiche nei confronti dell’arbitro Marinelli, che sarebbe “arrivato a Foggia con pregiudizi”. Una frase pronunciata a caldo, figlia di una gara nervosa, tesa, sicuramente non facile, ma che andrebbe ora spiegata al pubblico (foggiano e non) e soprattutto ai suoi datori di lavoro. Perché vale la pena ricordarlo, Iemmello è attualmente un calciatore di proprietà del Benevento, in Puglia è approdato in prestito con diritto di riscatto. Se il Foggia lo rivuole, deve sborsare cinque milioni di euro, che non sono certo noccioline. Come andrà a finire questa storia lo sapremo solo a fine stagione, intanto il presente ci ha consegnato una sorta di remake rispetto a quanto visto il 30 gennaio 2016.

Quel giorno lo ‘zar’ entrò nella ripresa lasciando il ruolo di protagonista ad Antonio Vacca. Celebri i suoi gestacci reiterati nei confronti di un settore ospiti che non lo aveva osannato fino a quel momento. Negli spogliatoi il suo show divenne roba per pagine satiriche; le sue offese a giornalisti sanniti e pubblico beneventano, pronunciate in un Italiano rivedibile, percorsero il web in fretta facendogli guadagnare quella fama nazionale che da calciatore – per un motivo o per un altro – non ha mai raggiunto. 

Foggia-Benevento è un insieme di corsi e ricorsi storici. Uno di questi può risultare gradito se si pensa a cosa accadde a fine stagione dopo l’ultimo uno a uno allo Zaccheria, l’altro meno, perché riguarda i calci di punizione che in quattro degli ultimi cinque precedenti hanno trafitto i sanniti. I tiri mancini di Gigliotti, Sarno e Kragl (due volte), sono ancora oggi un vero incubo. Quello scagliato ieri dal tedesco è arrivato a culmine di una vera battaglia che a molti ha ricordato i tempi della serie C. Sia in campo che sugli spalti il clima è stato da derby, da play off, da confronto diretto, nonostante la classifica dicesse l’esatto contrario, con il Benevento a pochi passi dalla zona promozione e il Foggia invischiato nei bassifondi. Sono insiti in quest’ultimo parallelismo i rimpianti del novantesimo per ciò che poteva essere ma non è stato. La superiorità numerica, il cambio modulo, il vantaggio, ma poi anche la mancata gestione dello stesso. Il nono risultato utile consecutivo ha il sapore di una coca cola senza bollicine. Dolce appena, ma per nulla frizzante.