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Benevento – Niente riscatto per l’Arpaise. Dopo il passo falso di Molinara, la formazione del presidente Pulcinaro si deve arrendere anche al San Leucio del Sannio nel derby andato in scena al “Meomartini“. 

A prescindere dalle difficoltà, come il fondo bagnato, un avversario già rodato visto il lavoro fatto lo scorso anno e l’inferiorità numerica, abbiamo provato sempre a giocare e si è visto“, ha commentato a fine partita Francesco Giangregorio,questa è la nostra mentalità, non ci sono alternative. La palla lunga non può portare a un miglioramento“.

Una squadra profondamente ringiovanita rispetto allo scorso anno e certamente non aiutata dalla sorte, visto un calendario non propriamente agevole in avvio. “Il primo mese non è decisamente facile, adesso ci aspettano la trasferta di Pago Veiano e la gara casalinga con il Tufara Valle. Prima o poi vanno comunque affrontate tutte. Squadra sicuramente giovane ma mi concentro su tutti gli aspetti positivi che questa cosa comporta. L’atteggiamento durante la settimana è positivo, i ragazzi hanno voglia di lavorare e divertirsi. E’ normale poter pagare dazio in determinate situazioni ma va bene così“.

Bisognerà considerare non solo l’aspetto tecnico ma anche quello mentale. Due sconfitte consecutive e altrettanti impegni non propriamente agevoli, rischiano di minare l’entusiasmo di questo Arpaise. “E’ chiaro che non vincere pesa, indipendentemente da quanto giochi o costruisci. Ci si diverte solo se si vince, ma ci si può anche divertire giocando in una determinata maniera. L’entusiasmo guaio a perderlo, può essere pericoloso vista l’età dei ragazzi ma nello spogliatoio ci sono anche persone esperte. Sono convinto che non perderemo il nostro entusiasmo, non eravamo fenomeni dopo la vittoria sul Bonea e non possiamo rammaricarci adesso, avendo la consapevolezza di aver dato tutto“. 

A decidere il derby, intanto, è stato un episodio. “Gli arbitri vanno aiutati, ero coperto in quella circostanza ma ho sentito il rumore del pallone“, ha concluso Giangregorio, “molti mi dicevano la stessa cosa, tanto è vero che mi sarei aspettato il secondo giallo di Iazzetti. Non ha senso fischiare un rigore e non ammonire, c’è un po’ di contraddizione. L’errore comunque ci può stare, come sbagliano i calciatori e gli allenatori, può sbagliare anche l’arbitro che in campo è da solo“.