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Il tempo è galantuomo: onestà e pazienza“. Così su facebook Franco Nardone, segretario generale della Provincia di Benevento dal 2014 al 2020. C’è anche una sua denuncia tra i contributi che hanno alimentato l’indagine che questa mattina ha scosso la Rocca dei Rettori e la politica sannita. Agli arresti domiciliari, assieme ad altre sette persone, anche il numero uno dell’Ente di piazza Castello,  Antonio Di Maria

E proprio nella vicenda giudiziaria che riguarda il Presidente della Provincia un ruolo decisivo, stando alle prime ricostruzioni, lo avrebbe giocato l’ex segretario Nardone che agli inquirenti ha raccontato di presunte pressioni subite da Di Maria per l’avvio di una procedura paraselettiva per l’affidamento temporaneo dell’incarico (da destinare a un professionista di sua fiducia) di dirigente dell’Area tecnica. 

Un rapporto complicato, per usare un eufemismo, quello tra Nardone (poi candidatosi nel Pd alle comunali del capoluogo) e Di Maria, esponente di spicco dell’universo mastelliano, terminato nell’ottobre dello scorso anno con il licenziamento (non senza polemiche) del dirigente. E quest’ultimo, evidentemente, non è rimasto indifferente alla notizia degli esiti fragorosi dell’indagine diretta da sostituto procuratore Francesco Sansobrino.

Il tempo è galantuomo: onestà e pazienza” – scrive dunque Nardone che al testo allega pure un video in cui suona, a festa, le campane. Difficile, insomma, non vedere un collegamento tra la sua uscita social e i fatti di cronaca. Già questa mattina, d’altronde, l’ex segretario si era fatto sentire così: “La magistratura libera la Rocca dei Rettori!”.