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Benevento – Ieri sera ancora un episodio di violenza, l’ennesimo in una città come Benevento, da sempre definita “isola felice”. E invece, col passare del tempo, si scopre che il centro sannita non esente da episodi che poco hanno a che fare con la tranquillità, la serenità, il sapersi godere i momenti di libertà.

Parlare di bicchieri rotti, aggressioni con mazze (forse), gruppi che arrivano al confronto, ragazzini che consumano alcolici sono scene che difficilmente venivano associata a Benevento tempo fa oppure, forse, ci sono sempre state ma non hanno mai avuto una grossa ribalta. Forse per vergogna, forse per pudore, forse per non macchiare l’immagine di “isola felice”. Ma Benevento non è diversa da altre città, è composta dalla stessa materia delle altre città ed ha lo stesso problema dei grandi centri. Non c’entra la movida, non c’entra la delinquenza, la verità è una sola: i ragazzi di oggi non sanno divertirsi, o meglio hanno un concetto del divertimento tutto proprio, personalizzato.

Ci deve essere qualcosa nella testa dei ragazzi che scatta, quando decidono che il divertimento del sabato sera debba prendere una certa direzione come infastidire i coetanei con atteggiamenti da “adulti in miniatura”, oppure insultare il venditore ambulante di turno che prova a sbarcare il lunario con giocattoli e attrazioni per bambini. Saranno gli esempi sbagliati? Sarà un’educazione un po’ labile? Di sicuro non è la noia, perchè a 15 come a 20 anni non si può già essere vittime del non sapere cosa fare il sabato sera, in fondo i ragazzi di questa età ora si stanno affacciando sul mondo del divertimento serale.

Il problema è che si sono affacciati con l’idea sbagliata o con la concezione che, dopo una settimana a fare i figli di famiglia, buoni, educati, rispettosi, si possa concentrare lo sfogo nel sabato sera, usando il centro storico come una vera e propria giungla: fatta di alcolici, risate fragorose e volgarità di ogni genere. Tutto a corollario di atteggiamenti discutibili, portati a termine nel lungo serpentone di Corso Garibaldi o nei vicoli, tra persone adulte, famiglie e carrozzine varie.

E allora si capirà bene che non è il movimento di massa festoso, rumoroso, colorato del sabato sera (perchè questo è il reale concetto di movida), bensì è un problema soggettivo di interpretazione del divertimento, di educazione e rispetto degli altri. Ed è soprattutto un problema di debolezza di giovani che non sanno mettere un freno a chi, all’interno del proprio gruppetto, ha un carattere più esuberante, preferendo partecipare con risate alle “imprese”serali piuttosto che dissociarsi. Probabile che si debba partire da qui, forse qualcosa potrebbe anche cambiare.