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Benevento – “Sono nella mia migliore condizione fisica, non ho nessun problema e questo mi consente di avere sicurezza e serenità”. Gianluca Lapadula si confessa ai microfoni di Sky Sport parlando delle ambizioni che coltiva per la sua esperienza in giallorosso: “Ho tanta voglia di recuperare il tempo perso, è un percorso che ho iniziato lo scorso anno a Lecce, dove ho ritrovato me stesso. Ringrazio il presidente Sticchi Damiani, il suo entusiasmo l’ho ritrovato qui sin dal primo giorno nel presidente, nell’allenatore e nei compagni”.

Inzaghi – “Averlo come allenatore fa sentire un attaccante vivo e sempre sul pezzo. Sono sempre pronto ad attaccare il primo palo o ad andare sul secondo o a rimorchio, sempre sul filo del fuorigioco. Sono molto contento di come ho giocato contro il Bologna. Vorrei rubargli la qualità di non essere mai in fuorigioco”.

Verso la Roma – “Dzeko è un grande attaccante, mi piace tantissimo. Riesce a ripulire ogni palla, che sia alta sporca o forte. Ha sia una grande struttura fisica che qualità. Dobbiamo pensare solo alla Roma senza andare oltre, può essere un confronto che ci farà sentire pronti e che può darci grande fiducia. Non solo per il risultato ma per l’atteggiamento. Dobbiamo tornare da Roma con l’autostima più alta”.

Fantacalcio – “Ho amici che sono molto accaniti, ma non ho mai fatto il fantacalcio. Quest’anno punterei su me stesso, ogni tanto qualche battutina me la fanno, ma non mi mette alcuna pressione”.

Tatuaggio – “Ho voluto imprimere sulla mia pelle ciò che mi appartiene, non ho mai avuto l’opportunità di conoscere personalmente il Perù, nazione che conosco solo dai racconti di mia madre. Nell’ultimo periodo la mia curiosità è cresciuta e ho visto diversi video tra cui uno in cui si vede una festa a Paramonga per il Patron de la Soledad dove si utilizzano tanti simboli Inca, tra cui la bandiera del tahuantinsuyo e i copricapo con le piume. E’ questa la motivazione del mio tatuaggio. Un giorno vorrei coronare il sogno di andare in Perù”.

Nazionale – “Quattro anni fa è venuto il Ct Gareca a conoscermi. Abbiamo parlato di questo discorso della Coppa America ma era in concomitanza con i play off del Pescara e pensai che accettare la chiamata di una nazionale a cui ero poco legato non sarebbe stato corretto. Non è certamente tramite un tatuaggio che dirò al ct e al Perù che ho accettato la nazionale, se dovessi avere questo pensiero la prima persona a saperlo sarebbe Gareca. Oggi conosco meglio le mie radici e sono più consapevole e orgoglioso che dentro di me ci sia sangue peruviano”.