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Benevento – Se sarà o meno la partita della svolta, ce lo dirà solo il tempo. Quel che è certo è che il Benevento pareggiando 2-2 contro il Milan al Vigorito ha dato un calcio alle critiche prendendosi il primo, meritato punto in serie A. Oltre Brignoli, eroe indiscusso di giornata, da segnalare anche l’ottima prova del terzino Gaetano Letizia, al rientro dalla squalifica sulla corsia di destra. Ma andiamo nel dettaglio analizzando la gara dei singoli. 

Brignoli 8: Il suo gol al 94′ è già un pezzo di storia non solo del Benevento, ma dell’intero calcio italiano. Uno stacco imperioso, perfetto, per una traiettoria che più precisa proprio non si poteva. Nel primo tempo è decisivo “anche” nel suo ruolo naturale salvando di piede su Kalinic. Incolpevole sui due gol. 

Letizia 7: E’ un motorino infaticabile sulla corsia di destra. Cambia ritmo, salta gli avversari, va alla conclusione e si propone di frequente al cross. Il gol di Puscas è propiziato da una sua frustata da fuori che Donnarumma è costretto a respingere centralmente. Unico neo: il retropassaggio a Brignoli nel primo tempo intercettato da Kalinic in piena area di rigore.

Djimsiti 6,5: Ancora una volta risulta il migliore dei due centrali di difesa. Tiene a bada Kalinic e di fatto non lo lascia quasi mai rifiatare. Nell’azione del gol di Bonaventura è proprio lui a offrirgli la pala per la battuta a rete, ma in quella situazione di caos era difficile rinviare in maniera diversa. 

Costa 5,5: L’errore di marcatura su Kalinic nell’azione del gol del momentaneo 1-2 è da penna blu. Lasciato troppo solo a centro area, il croato insacca troppo facilmente alle spalle di Brignoli sfruttando l’assenza di marcatura. Difetta negli anticipi e non è quasi mai preciso nelle chiusure. Prestazione da rivedere. 

Di Chiara 5,5: In occasione del primo gol del Milan deve purtroppo prendersi grandi responsabilità marcando in maniera troppo blanda un leone come Kessie. Nella ripresa cresce anche se rimdia un’ammonizione che lo condiziona negli interventi. (80′ Gyamfi 6: Quindici minuti tra tempo regolamentare e recupero bastano a capire che interpreta il ruolo esattamente come vorrebbe De Zerbi. Infatti tocca una lunga serie di palloni, tutti nella zona calda del campo, concedendosi anche il lusso della battuta a rete). 

Chibsah 5: Duole dirlo, ma sembra non avere il ritmo adeguato ala categoria. Cincischia con la palla tra i piedi, arretra quando viene servito dai compagni, come se non sapesse cosa fare della sfera. Lo salva la fase di interdizione, dove però gode del supporto dei compagni e – soprattutto – dell’imprecisione dei colleghi rossoneri. 

Cataldi 5,5: Rimedia un’ammonizione pesante che lo costringerà a saltare la trasferta di Udine, ma fornisce l’assist a Brignoli per lo storico gol di testa del portiere. Sul gol di Kalinic si lascia saltare da Bonaventura che crossa per la testa del croato. Una gara ad intermittenza per l’ex Lazio, priva della tanto agognata continuità.

Memushaj 5,5: Discorso simile a quello del numero 8. Impreciso, talvolta anche lento rispetto alle sue naturali caratteristiche. Ha l’occasione per il vantaggio nel primo tempo ma la spreca. Quando il Milan resta in dieci De Zerbi lo sostituisce con Coda per provare l’assalto finale. (80′ Coda 6: Non gioca palloni puliti, ma la sua presenza in area è un problema per la difesa di Gattuso). 

Parigini 6: Oggi ha forse dimostrato che per De Zerbi il suo impiego può valere oro colato. Sulla valutazione pesa, tuttavia, l’errore clamoroso con il punteggio inchiodato sullo 0-0. Tutto solo, di testa, non riesce a indirizzare la palla in porta alle spalle di Donnarumma ma sbaglia mira. Per il resto le folate offensive creano più di un affanno all’asse Musacchio-Borini (67′ Brignola 6: Esordio in serie A bagnato da un match da ricordare anche per altro. Lui mostra la giusta personalità contro i campioni del Milan). 

Puscas 6,5: Fa gol, ed è ciò che si chiede maggiormente a un attaccante. Il cliente di turno è Bonucci, che per la verità riesce a limitare bene il rumeno ma si addormenta insieme ai compagni in occasione dell’1-1. Ha meno peso specifico di Armenteros, prima punta la cui assenza ha influito nella preparazione della partita del tecnico sannita. 

D’Alessandro 6,5: Sguscia via che è una bellezza, tanto che Rodriguez prima e Abate poi (quando l’ex atalantino viene dirottato a sinistra) soffrono le sue incursioni. Gli manca forse lo spunto che da il “la” all’azione pericolosa in area, ma la condizione sta crescendo. Un’ottima notizia per i tifosi giallorossi. 

De Zerbi 7: Dare a Cesare quel che è di Cesare. E il Giulio Cesare del Benevento porta il nome di Roberto De Zerbi. Qualcuno aveva storto il muso guardando la formazione di partenza, ma le perplessità sono state smentite da un’interpretazione della gara di grande dignità. Parigini non delude (a parte il gol mancato) e la crescita di tanti elementi fa ben sperare per il gioco che ha in testa l’allenatore. Se il Benevento avesse perso? Probabilmente voto più basso, ma giudizio identico. Perché la sua squadra ha dimostrato di avere gli attributi.